Tim : le proposte sulla rete entro metà gennaio (Mess)
04 gennaio 2023 alle 09:59
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ROMA (MF-DJ)--Riparte il tavolo sulla Rete nazionale e, a breve, come richiesto dal governo, Cdp & c dovrebbero fare una proposta non binding a Tim per Netco. Ed è probabile che anche Vivendi si faccia avanti.
Al termine della quarta riunione conclusa con una fumata nera per le diversità di vedute tra Cassa e Vivendi, scrive Il Messaggero, la nuova fase conterrà la richiesta "agli azionisti di formulare proposte": nei colloqui informali di fine anno si sarebbe convenuto che nell'arco di una quindicina di giorni, quindi 15-20 gennaio, la spa pubblica guidata da Dario Scannapieco e Macquarie, dovrebbero fare a Tim un'offerta non vincolante, sulla falsariga dell'accordo-quadro (Mou) tramontato a fine novembre. Non dovrebbe essere più Open Fiber (OF) a farsi avanti con Tim ma direttamente i suoi due azionisti. In Netco confluirà Fibercop, società con la rete secondaria, controllata da Tim (58%) e Kkr (37,5%). Quest'ultimo ha un potere di veto sulle operazione straordinarie attivando, in caso di dissenso, una exit pari all'investimento fatto ad aprile 2021 maggiorato di un 8% annuo.
La circostanza che non sarà più OF ma Cdp e Macquarie a fare la proposta non scongiura il rischio che l'Antitrust nazionale ed europeo possano intervenire in relazione agli investimenti mobilitati. L'offerta si dovrebbe attestare sui 17-18 miliardi e si riferisce a un perimetro con circa 10 miliardi di debiti e 21 mila dipendenti circa. Prezzo, debiti e dipendenti rappresentano il punto nodale delle divergenze fra Cdp e Vivendi che invece, fino all'ultimo, al tavolo del governo, aveva caldeggiato la soluzione della scissione proporzionale di Tim in due telco quotate: ServiceCo e Netco, attraverso una procedura che attribuisce al mercato il compito di assegnare i valori.
L'obiettivo di Vivendi sarebbe quello di acquisire una ServiceCo sostenibile con meno dipendenti e debiti possibili mentre secondo le valutazioni di Cdp e Macquarie, nella telco dei servizi andrebbero 15 miliardi di passività e oltre 30 mila circa.
Nello schema di scissione comunque, secondo Cdp e la condivisione di alcuni, ci sarebbero circa 8 miliardi di troppo ed è questa ragione per cui Francesco Mele, ad Cdp Equity, presente ai quattro round di dicembre, avrebbe bocciato questa strada. Alla fase due, assieme ai vari ministeri, il governo ha invitato anche Pietro Labriola. C'è la volontà del governo di accelerare, ma le distanze alla ripartenza restano immutate. Fibercop ha un cda il 15, Tim il 18.
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