ROMA (MF-DJ)--L'offerta non vincolante da parte di Kkr è arrivata sul tavolo del cda di Tim e la prima reazione è stata una corsa forsennata del titolo che dopo lo strappo nell'After Hours di mercoledì 1 febbraio ieri ha chiuso con volumi di scambio tra i più alti degli ultimi sei mesi, in rialzo di un altro 9,54% sopra 0,287 euro, livelli che le azioni non toccavano dal giugno 2022. Il mercato insomma ha festeggiato perché l'arrivo di un'offerta, per quanto non vincolante, rappresenta un passo avanti concreto dopo settimane di annunci e tavoli. Altro aspetto importante è la valutazione del 100% di Netco fatta da Kkr. Da quello che risulta a MF-Milano Finanza, la proposta del fondo sarebbe articolata. La valutazione base è di 20 miliardi, cifra che però non è chiaro se consideri già la quota del 37,5% posseduta da Kkr in Fibercop, che il fondo valuterebbe intorno a 4 miliardi (sulla base della stima dell'intera Fibercop).

Il documento inviato del gruppo Usa conterrebbe poi alcuni potenziali upgrade di valutazione legati all'acquisto anche del backbone di Tim (la rete cosiddetta "dorsale") o all'entrata in vigore degli incentivi del governo per il settore delle tlc. Il risultato finale sarebbe un'offerta che potrebbe arrivare a 28 miliardi. Potenzialmente, perché come detto le variabili sono tali per cui un prezzo preciso non sia facilmente individuabile. Di sicuro l'offerta avrà l'effetto di smuovere le acque e a questo punto i fari si spostano sul board di Tim, sul primo azionista Vivendi, che possiede il 24%, e sulle intenzioni del governo. La sensazione è che le partite, tra politica, azionisti e società, siano incrociate e intricate.

È sostanzialmente impossibile che il fondo Kkr abbia avanzato l'offerta per Netco senza aver avvisato il governo, o perlomeno il ministero dell'Economia ed è quindi evidente che non siano arrivati veti preventivi. Ma che reale endorsement ci sarà da parte dell'esecutivo? La sensazione è che il sottosegretario con delega all'Innovazione Tecnologica, Alessio Butti e il ministro alle Imprese e al Made in Italy, Adolfo Urso, non abbiano gradito il colpo di scena degli americani (si veda articolo in pagina), ma non è detto che tutto il fronte governativo abbia le stesse idee sulla partita. Anzi, c'è chi scommette sul contrario.

E' evidente però che adesso la premier Giorgia Meloni e l'esecutivo saranno costretti a prendere una posizione. Nel caso della ipotesi di opa che ha tenuto banco tra fine 2021 e inizio 2022 molti pensano che sia stata proprio la politica a bloccare l'operazione. Anche nel caso dell'offerta di Cdp per Netco, che in teoria sarebbe dovuta arrivare nella seconda metà del 2022, è stato il nuovo governo (comprensibilmente) a frenare la Cassa e a voler approfondire il dossier. Adesso però è il tempo delle decisioni. C'è chi ricorda che il governo può utilizzare lo strumento del golden power, ma in caso di utilizzo (probabile basti solo una moral suasion) avrebbe senso proporre un'opzione alternativa.

Altra sensazione è che al momento Cdp sia un po' sotto pressione. Vivendi sono mesi che interpreta le valutazioni di Netco da parte della società guidata da Dario Scannapieco più come proposte nell'interesse di Open Fiber che in quello di Tim e avrebbe fatto presente al governo la sua posizione. Allo stesso tempo c'è chi dentro e fuori dal governo prova da settimane a ipotizzare un controllo pubblico della rete, ma non con Cdp come azionista di riferimento. Una ridda di voci in mezzo alle quali è difficile capire quali siano solo strumentali e quali invece fondate. Di sicuro Cassa proseguirà nel percorso che dovrebbe portare a fare una sua offerta per Netco insieme a Macquarie.

Venendo a Vivendi, col senno di poi l'uscita dal consiglio di Tim da parte prima di Frank Cadoret e poi di Arnaud De Puyfontaine è risultata strategica alla luce dell'offerta di Kkr. Non avere più rappresentanti diretti nel board consente all'azionista transalpino di evitare accuse di conflitto di interesse e di agire da azionista al di fuori del cda. In ogni caso, l'impressione è che Vivendi, pur non condividendo la strategia tenuta finora da Cdp e pur non apprezzando il lavoro svolto dal presidente di Tim, Salvatore Rossi, in questa fase sia pronta a seguire le indicazioni che dovessero arrivare da Palazzo Chigi o dal Mef. Ieri il consiglio di Tim, al quale non hanno partecipato proprio per evitare accuse di conflitto Giovanni Gorno Tempini (presidente di Cdp) e Massimo Sarmi (presidente di Fibercop), ha preso atto dell'offerta da parte di Kkr e ha avviato le prime valutazioni preliminari, rinviando successive analisi a un secondo board che si dovrebbe tenere il 24 febbraio.

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0308:05 feb 2023


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February 03, 2023 02:07 ET (07:07 GMT)