Tim : prove di lista unica per cda con Vivendi (Mess)
20 gennaio 2021 alle 08:04
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ROMA (MF-DJ)--Prove di disgelo nella governance di Tim, ma la crisi di governo potrebbe richiedere tempi diversi. Oggi e' in calendario un consiglio dell'ex incumbent che potrebbe iniziare la discussione sul rinnovo del board, all'assemblea del 20 aprile, attraverso la possibile presentazione di una lista da parte del cda uscente, secondo l'esperienza di Unicredit e Mediobanca.
Sarebbe questo, scrive Il Messaggero, il suggerimento del governo che segue da vicino le grandi manovre in quanto sponsor della rete unica da realizzare attraverso la fusione tra FiberCoop e Open Fiber. Il messaggio di un armistizio fra le parti sarebbe stato trasmesso dal premier Giuseppe Conte al ceo di Vivendi Arnaud de Puyfontaine, nel corso di un colloquio avvenuto a Palazzo Chigi esattamente il 7 dicembre, giorno in cui si discuteva in Parlamento del Mes.
Nonostante la concitazione di quei giorni, Conte ha trovato il tempo per incontrare l'alto manager di Vivendi che di Tim è il principale azionista con il 23,9% ma è anche coinvolto nella governance di Mediaset, dove ha direttamente il 9,98% più il 19,92% parcheggiato in Simon Fiduciaria, in una coabitazione litigiosa con Fininvest (45,86%). De Puyfontaine si sarebbe recato da Conte per protestare contro la norma salva-Mediaset e lamentarsi comunque sull'andamento degli investimenti in Italia dove il gruppo sta perdendo oltre 3 miliardi.
Dopo Conte, il manager avrebbe incontrato anche esponenti del Tesoro, ricevendo le stesse indicazioni. Il governo non gradisce atteggiamenti bellicosi da parte del partner d'oltralpe e in Tim, quando il top manager gli avrebbe anticipato la volontà di presentare una lista autonoma, dall'esecutivo sarebbe arrivato il suggerimento di condividere la lista suggerita del cda. Dovrebbe essere il board uscente presieduto da Salvatore Rossi e guidato da Luigi Gubitosi, dove sono rappresentati i vari azionisti (Vivendi ne esprime cinque) a condividere una nuova formazione da costruire con l'ausilio di un head hunter. In questo cda Cdp, che ha il 9,98%, non è rappresentata e potrebbe eventualmente trovare spazio nella scelta dei nuovi consiglieri.
De Puyfontaine si sarebbe limitato ad ascoltare e a prendere atto di una evoluzione dove non ci sarebbero garanzie precise ma solo aspettative. Ma negli ultimi giorni, anche in conseguenza della crisi di governo che mette Conte in bilico, la posizione del gruppo francese potrebbe rivelarsi meno disponibile. No comment da Parigi su ipotesi che Vivendi possa nuovamente caldeggiare una lista autonoma. Il cda odierno sarà un banco di prova della tenuta dei rapporti perché c'è chi ritiene che il gruppo francese non voglia fare uno sgarbo istituzionale e invece convergere verso la conferma del ticket Rossi-Gubitosi, nel segno della rete unica che è un obiettivo condiviso da Parigi.
Rispetto alla riunione dei soci mancano tre mesi e le liste vanno presentate un mese prima della scadenza. Ci sono quindi circa 60 giorni a disposizione e come ripete de Puyfontaine, "l'orologio scorre e Conte ha fatto promesse". Che cosa significano quelle parole si capira' presto, e non si esclude che Vivendi possa puntare ad aumentare a 6-7 i propri rappresentanti nel cda.
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