ROMA (MF-DJ)--In attesa di un'offerta non vincolante di Cdp e Macquarie, Tim scongela l'accordo di coinvestimento sulla rete regolato dall'articolo 76 del codice delle tlc e recepito dalle direttive Ue che permettono l'accesso degli operatori alla rete in fibra ultra veloce.

Il gruppo guidato da Pietro Labriola, scrive il Messaggero, ha ripreso il dialogo con l'Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni (Agcom) che nella prossima riunione del consiglio del 12 ottobre dovrebbe esprimersi sull'ultima proposta pervenuta da Tim e già al centro di confronti in sedute precedenti. Il piano di coinvestimento coinvolge direttamente Fibercop, società contenente la rete secondaria in rame che trasforma in fibra ottica ed è controllata da Tim al 58%, Kkr al 37,5%, Fastweb 4,5%. Questo piano è parallelo a quello della rete unica, oggetto dell'accordo quadro fra Tim, Cdp, Macquarie, Kkr e Open Fiber del maggio scorso che avrebbe dovuto già portare in agosto a un'offerta da parte di Cdp e Macquarie per l'acquisto, attraverso Open Fiber, della Netco, cioè la società della rete scorporata da Tim. Sulla questione, mercoledì 5 ottobre dovrebbe decidere Macquarie e a cascata riunirsi i cda straordinari di Cassa e Open Fiber.

Data indicativa per Cdp l'11 o il 13 ottobre per deliberare la proposta sulla quale pesano le diverse valutazioni di Vivendi, primo socio di Tim (31-33 miliardi) e di via Goito (18-21 miliardi) comprensive di 11 miliardi circa di debiti. I due piani, seppur paralleli, potrebbero convergere, anche se c'è chi ritiene che Vivendi spinga Tim ad accelerare sul coinvestimento (piano B) per mettere pressioni su Cdp sui valori, quantunque quest' ultima abbia quasi il 10% dell'ex monopolista. Sono interpretazioni difronte alle quali comunque c'è la realtà.

Per tornare al doppio bionario, Tim ha consegnato all'Authority la versione rimodulata rispetto alla proposta originaria che fece saltare il tavolo negoziale con la Ue, a maggio scorso, costringendo Agcom a ritirare il procedimento già in fase avanzata. Con una lettera Tim chiese all'Autorità presieduta da Giacomo Lasorella di aggiornare i prezzi delle offerte relative all'acceso al pezzo di rete fino alle case, indicizzandoli all'inflazione attraverso un meccanismo automatico dei valori per dieci anni.

Questo automatismo sarebbe stato contestato dall'Autorità perché essa ritiene che non garantisce certezze nei contratti di durata lunga. E da allora sarebbe in corso un ping pong tra le parti. Mercoledì 21 è prevista l'ultima riunione del consiglio di Agcom che avrebbe rimandato al mittente la proposta aggiornata chiedendo che la nuova formulazione sia trasparente, contenga proporzionalità con un meccanismo prevedibile e sia meno aleatoria. Venerdì è in calendario un consiglio di Tim che potrebbe fare il punto sullo stato negoziale con l'Agcom ma anche sulle attese degli sviluppi sulla rete unica, appesa all'iniziativa di Cdp che a sua volta è stata condizionata dalla crisi di governo. Più volte i vertici della spa controllata dal Tesoro hanno dovuto cambiare i programmi per l'incertezza politica. E se fino a 10 giorni fa l'orientamento era di attendere l'arrivo del nuovo governo, a seguito delle interlocuzioni con l'esecutivo uscente e con qualche membro influente in campo economico di Fratelli d'Italia, sarebbe stato convenuto di accelerare il progetto mettendo sul tavolo una proposta a valori bassi, in modo da poter negoziare con margini di aggiustamento. Intanto Luca de Meo, ad di Renault, ha rassegnato le dimissioni dal cda Tim a partire da venerdì 29, dopo aver lasciato il comitato nomine e remunerazioni.

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2809:00 set 2022


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September 28, 2022 03:02 ET (07:02 GMT)