Una ristrutturazione senza precedenti
Con un'importante manovra strategica, Vivendi ha annunciato, con l'appoggio del suo consiglio di sorveglianza, una parziale cessione di attività che vedrà il gruppo dividersi in quattro entità separate: Canal+, Havas N.V., Louis Hachette Group e Vivendi SE. Questa riorganizzazione, che è soggetta al regime di scissione parziale, richiede l'approvazione degli azionisti alla prossima assemblea generale, che si terrà il 9 dicembre. Se il progetto sarà approvato, gli azionisti riceveranno un'azione di ciascuna delle tre entità per ogni azione posseduta, mantenendo la loro partecipazione in Vivendi.
Questa svolta organizzativa e finanziaria mira a eliminare lo sconto di holding di cui Vivendi sostiene di soffrire, consentendo alle varie entità quotate di essere meglio valutate sui mercati finanziari. Infatti, dopo l'IPO di Universal Music Group nel 2021, Vivendi ha visto scendere la sua valutazione. Il conglomerato soffre di una mancanza di sinergia tra le sue attività, che limita le prospettive di crescita di ciascuna delle entità che possiede. Oggi il gruppo di intrattenimento ha una capitalizzazione di mercato di 10,4 miliardi di euro.
Un trio di entità con prospettive finanziarie distinte
Tuttavia, ciascuna delle tre entità sarà quotata su un mercato diverso. Canal+ sarà quotata al London Stock Exchange, a testimonianza della sua portata internazionale, ma anche come parte della fusione con MultiChoice. A seconda del successo dell'offerta del gruppo in Africa, Canal+ potrebbe anche prendere in considerazione una quotazione secondaria alla Borsa di Johannesburg.
Il gruppo pubblicitario Havas si dirigerà ad Amsterdam. Operando principalmente a livello internazionale, sarà quotato all'Euronext Amsterdam come società per azioni di diritto olandese (NV). La scelta di una struttura giuridica olandese garantirà l'indipendenza del gruppo e i diritti di voto multipli per gli azionisti che investono a lungo termine.
Infine, Louis Hachette Group rimarrà a Parigi in linea con la quotazione di Lagardère S.A. LHG combinerà la partecipazione del 66,53% in Lagardère e il 100% di Prisma Media. Anche l'attuale Vivendi SE (che comprende un portafoglio di partecipazioni, tra cui Universal Music Group, Telecom Italia e la società di videogiochi per cellulari Gameloft) rimarrà su Euronext Paris.
Anche la struttura finanziaria delle tre entità sarà diversa: Louis Hachette Group non avrà alcun debito finanziario, così come Havas, che non ha praticamente alcun debito netto, a dimostrazione della sua solida salute finanziaria prima della separazione. Canal+, invece, manterrà un debito netto di 400 milioni di euro, di cui 255 milioni di euro relativi all'investimento in MultiChoice dall'aprile 2024. Infine, Vivendi avrà un debito netto di 1,9 miliardi di euro dopo aver dedotto il prestito di 540 milioni di euro concesso a Lagardère nel giugno 2024.
La governance sarà caratterizzata da continuità e rinnovamento. Yannick Bolloré e Arnaud de Puyfontaine manterranno i loro ruoli chiave in Vivendi, pur assumendo ulteriori responsabilità in Canal+ e Havas. Maxime Saada e Jean-Christophe Thiery continueranno a dirigere Canal+ e prenderanno le redini di Louis Hachette Group, assicurando una transizione fluida accompagnata da una gestione esperta.
Una scissione che non riscuote un consenso unanime
Va notato che il fondo attivista CIAM, che detiene una partecipazione inferiore all'1% in Vivendi, ha fatto appello all'Autorité des marchés financiers (AMF) per opporsi alla proposta di scissione del gruppo. Il CIAM sottolinea che la proposta di scissione potrebbe compromettere i diritti degli azionisti di minoranza, poiché le Borse selezionate sono considerate meno protettive nei confronti di tali diritti. Il fondo spiega che la caratteristica comune delle tre Borse - Londra, Amsterdam ed Euronext Growth Paris - è quella di consentire deroghe alle norme sulle offerte pubbliche, in particolare quando si supera la soglia del 30%.
Il fondo minaccia quindi di opporsi con forza a questo piano in occasione del voto degli azionisti previsto per il 9 dicembre, sostenendo che la scissione consentirebbe al gruppo Bolloré di “svuotare Vivendi dei suoi asset essenziali e di rafforzare il suo controllo su Canal+, Havas e Louis Hachette Group senza dover lanciare un'offerta pubblica”.