Ieri il gruppo ha annunciato un accordo dell'ultimo minuto con Charter. Le due parti stanno facendo pace: la prima si assicura di mantenere un canale di distribuzione essenziale, la seconda la rilevanza di un'offerta che rimane in gran parte incentrata sullo sport e su ESPN.

Questa notizia ci invita a fare un passo indietro e a guardare i quattro diversi segmenti di business di Disney e lo sviluppo del gruppo in generale. I dati che seguono sono tratti dall'ultimo rapporto annuale:

In primo luogo, il segmento "lineare", che corrisponde alla televisione tradizionale, genera ancora 28,3 miliardi di dollari di ricavi e 8,5 miliardi di dollari di utile operativo; rimane quindi una macchina da soldi, anche se in fase di declino strutturale.

Al secondo posto, troviamo il segmento direct-to-consumer, cioè lo streaming, che genera ricavi per 19,6 miliardi di dollari ma registra una perdita operativa di 4 miliardi di dollari; questo nonostante una crescita esponenziale, poiché i ricavi sono raddoppiati in due anni.

Al terzo posto c'è il licensing, che genera ricavi per 8,1 miliardi di dollari ma ha ancora una capacità irregolare di generare utili operativi; è difficile sapere cosa aspettarsi da questo segmento.

Il quarto e ultimo segmento è quello dei parchi a tema, che genera 28,7 miliardi di dollari di ricavi e 7,9 miliardi di dollari di utili operativi. Dato che l'esercizio precedente ha registrato cifre record per quanto riguarda l'affluenza, è ragionevole supporre che questi risultati saranno difficili da superare.

Possiamo quindi concludere che, nelle sue attività media, Disney è quindi in grado di finanziare lo sviluppo del segmento di streaming con i profitti del segmento lineare, con un margine ancora ampio, anche se il guadagno si sta gradualmente esaurendo.

Da diversi trimestri, i profitti generati dal segmento dei parchi a tema sono stati reindirizzati verso la riduzione dei debiti del gruppo. È in discussione anche la vendita parziale di ESPN, che consentirebbe a Disney di costruire basi finanziarie più solide, anche se con il rischio di perdere parte della rendita "lineare".

Lo scetticismo del mercato è facile da comprendere: nessuno dei principali operatori di streaming ha dimostrato di essere in grado di generare ritorni soddisfacenti sugli investimenti; per quanto riguarda Disney in particolare, se da un lato il gruppo ha effettivamente raddoppiato le vendite nell'ultimo decennio, dall'altro ha visto dimezzarsi gli utili consolidati.