ROMA (MF-DJ)--"Pensiamo che il Pnrr sia una cosa salvifica, che porta

tanti soldi, ma ricordiamoci che è solo un piccolo pezzo, uno strumento

aggiuntivo per l'economia. Altrimenti è recessivo nei confronti di quello

che lo Stato faceva prima".

Lo ha detto durante un evento del Messaggero l'ad di Webuild, Pietro

Salini, precisando che "bisogna smettere di dire" che il Pnrr è "l'unico

strumento, è uno degli strumenti" a disposizione dello Stato per

stimolare la crescita.

Salini ha ricordato che ci sono "400 miliardi fra Fondi di bilancio,

Fondi di coesione e Pnrr". Il Pnrr "ha il gate al 31 dicembre 2022 per la

contrattualizzazione dei progetti, mancano solo pochi mesi", ma "una parte per le infrastrutture deve essere lanciata".

"Le ripercussioni della guerra, stiamo iniziando a capirlo, saranno durature e continueranno ad avere impatto su costi e disponibilità delle materie prime. Occorre concentrare le risorse disponibili su progetti sostenibili che hanno effettiva capacità di essere realizzati, soprattutto per il Sud, ricco di talenti e di voglia di fare, perché il Sud non perda anche il treno del Pnrr", ha aggiunto l'ad.

Intervenendo sul tema prezzi, Salini ha poi aggiunto: "Per quello che abbiamo potuto approfondire ad oggi, il DL Aiuti presentato dal Governo in questi giorni viene incontro al settore delle costruzioni, pur non essendo risolutivo, ma il Governo nel suo insieme sta dedicando grande attenzione al tema. Serve trovare soluzioni per un ristoro duraturo dei sovraccosti ad oggi sostenuti dalle imprese. Serve valutare soluzioni, anche prendendo spunto da quelle già adottate all'estero e nel resto d'Europa, per prevedere nei contratti meccanismi di adeguamento automatico dei prezzi in modo strutturale e non contingente".

Salini ha poi continuato: "L'Italia oggi deve fare una scelta politica per orientare tutte le decisioni verso il modello di Paese che vorremo essere nel 2030 e nel 2040. Ma deve essere chiaro che qualunque scelta fatta dovrà necessariamente poggiare su un sistema integrato e funzionale di infrastrutture. E i cantieri di oggi sono le infrastrutture di domani. Cosi come le infrastrutture esistenti, se manutenute in modo continuativo, saranno il nostro patrimonio infrastrutturale di domani. L'esperienza del Ponte Genova San Giorgio evidenzia come la manutenzione delle infrastrutture italiane, molte nate nel dopoguerra, sia una attività non straordinaria ma ordinaria su cui il Paese deve investire per puntare alla sicurezza dei cittadini in modo preventivo".

"Concludo con due temi che ritengo pilastri di questa strategia di sviluppo del Paese e delle infrastrutture, la sicurezza e la formazione delle risorse necessarie per questo piano. Questo è un settore in cui il PNRR può creare occupazione per circa 100 mila persone, specializzate e non, e questo significa un intervento fondamentale in un settore che nell'ultimo decennio ha tristemente assistito all'uscita di 800 mila persone. Nella formazione rientra il tema della sicurezza sul lavoro che ci deve vedere tutti coinvolti, con un approccio proattivo che obblighi all'adozione di processi adeguati e di una cultura di sicurezza diffusa. Occorre investire in sicurezza in modo continuativo come avviene nel resto del mondo e prevedere una spesa adeguata. Perché la sicurezza delle persone non deve essere oggetto di sconto".

Ieri anche Andrea Montanino, capo economista e direttore Strategie e

Impatto di Cdp, intervenendo al convegno 'Pnrr, mercati finanziari e

rilancio dell'economia italiana' organizzato da Equita, ha sottolineato che "il Pnrr non è sufficiente, perchè il gap che abbiamo

su alcune spese infrastrutturali è tale per cui le risorse che ci sono

state date sono solo una parte. Ad esempio per le infrastrutture per la

mobilitá, strade e autostrade, ponti e ferrovie, si stima da varie fonti,

un fabbisogno di circa 250 miliardi di euro. Rispetto alle risorse che il

Pnrr destina a questa voce ci mancano 70 miliardi di euro".

Per l'edilizia scolastica, ha aggiunto, "c'è un fabbisogno aggiuntivo rispetto alle risorse del Pnrr stimato su oltre 50 miliardi di euro

questo per dire che è tanto ma non è tutto, servono anche capitali

privati".

fch


(END) Dow Jones Newswires

May 05, 2022 09:06 ET (13:06 GMT)