MILANO (MF-DJ)--Nove volte su dieci quando Webuild partecipa a una gara poi la vince e in più il Pnrr ha messo sotto i riflettori le infrastrutture. Non a caso non c'è analista che non consideri la società guidata da Pietro Salini tra quelle che potranno maggiormente beneficiare dei fondi del recovery.

Insomma, crescita assicurata ma anche molti lavori da gestire, tanto che fonti di mercato ben informate assicurano che l'assetto societario potrebbe allargarsi. A luglio 2021 Webuild aveva 9,6 miliardi di nuovi ordini acquisti o in via di definizione e gare in cui risultava come miglior offerente, 13,1 miliardi di lavori legati al progetto ferroviario Texas High Speed Rail per la linea ad alta velocità Dallas-Houston ma anche 5 miliardi di nuovi progetti in Italia. Il punto, ricordano alcuni esperti del mercato, è che quello infrastrutturale è per definizione un settore a rischio investimenti, soprattutto quando legato alle lungaggini della burocrazia. In questo contesto sarebbe maturata l'idea di far entrare nuovi capitali in società, anche se non sembra che ci siano operazioni già approvate o in via di definizione. Di sicuro, il ruolo di Webuild nel contesto di sviluppo delle infrastrutture in Italia rimane centrale e non a caso il piano denominato Progetto Italia ha portato nell'azionariato della società un soggetto come Cassa Depositi e Prestiti.

Progetto Italia è un'operazione di consolidamento del settore delle costruzioni nazionali promossa da Webuild (quando ancora si chiamava Salini Impregilo) con l'idea di dar vita a un grande gruppo di costruzioni capace di supportare la ripresa del settore nel Paese e aumentare la competitività delle aziende italiane sui mercati internazionali. Il primo passo di questo progetto ha previsto l'integrazione di Astaldi all'interno di Webuild, operazione che ha dato vita a un gruppo da 6,4 miliardi di fatturato con un portafoglio ordini complessivo di 41,7 miliardi. Attualmente l'azionariato di Webuild vede Pietro Salini con il 45,21%, Cassa Depositi e Prestiti con il 18,68% e poi Unicredit e Intesa Sanpaolo rispettivamente con il 5,37% e 4,77%, ma è possibile che un eventuale ingresso di nuovi azionisti rimescoli l'attuale compagine. Il titolo Webuild da inizio anno ha messo a segno un rialzo superiore all'86% (ieri ha chiuso in lieve calo, a 2,16 euro), portando la capitalizzazione a 2,17 miliardi.

fch

(END) Dow Jones Newswires

October 21, 2021 03:31 ET (07:31 GMT)