Un regolatore di Shanghai ha dichiarato di aver tenuto questa settimana una riunione con funzionari governativi locali per valutare risposte strategiche alle stablecoin e alle valute digitali: un netto cambiamento di tono per la Cina, dove il trading di criptovalute è vietato.

L'incontro di giovedì è stato organizzato dalla Shanghai State-owned Assets Supervision and Administration Commission e segue le richieste di esperti e grandi aziende cinesi di sviluppare una stablecoin ancorata allo yuan.

«Dobbiamo avere una maggiore sensibilità verso le tecnologie emergenti e rafforzare la ricerca sulle valute digitali», ha dichiarato He Qing, direttore del regolatore, durante la riunione secondo quanto riportato in un post sull'account ufficiale WeChat dell'ente.

Le foto dell'evento mostrano circa 60-70 partecipanti.

Shanghai è il principale hub finanziario internazionale della Cina e spesso guida progetti pilota per cambiamenti normativi.

«Considerando il forte ecosistema fintech della Cina, il Paese ha il potenziale per diventare un attore chiave nel plasmare il futuro dei pagamenti basati su blockchain», ha affermato Nick Ruck, direttore di LVRG Research.

Le stablecoin basate su blockchain – tipicamente ancorate a una valuta fiat e caratterizzate da transazioni più rapide ed economiche – hanno guadagnato slancio a livello globale. Una stima di ARK Investment Management valuta il volume delle transazioni in stablecoin a livello mondiale lo scorso anno in 15,6 trilioni di dollari, superando quello di Visa. Si segnala che il valore per singola transazione tende a essere molto più elevato.

Negli Stati Uniti, dove il quadro normativo è più sviluppato, sempre più aziende come Amazon e Walmart stanno valutando il lancio di stablecoin proprie.

In Asia, il nuovo governo della Corea del Sud si è impegnato a consentire alle aziende di introdurre stablecoin basate sul won e sviluppare l'infrastruttura necessaria, anche se la banca centrale ha raccomandato un'adozione graduale.

Secondo fonti, il colosso dell'e-commerce JD.com e il gigante fintech Ant Group stanno sollecitando la banca centrale cinese ad autorizzare stablecoin ancorate allo yuan per contrastare la crescente influenza delle criptovalute legate al dollaro statunitense.

Le aziende intendono richiedere licenze per stablecoin a Hong Kong, dove la legislazione sulle stablecoin entrerà in vigore il 1° agosto.

OSTACOLI

Durante la riunione di Shanghai, un esperto di policy di Guotai Haitong Securities ha illustrato la storia, le tipologie e le caratteristiche di criptovalute e stablecoin, analizzando i quadri normativi e le strategie adottate a livello globale, secondo quanto riferito dal post del regolatore.

L'esperto ha spiegato le opportunità e le sfide che le stablecoin devono affrontare, offrendo suggerimenti politici per lo sviluppo delle valute digitali, si legge ancora nel post.

Separatamente, Yang Tao, vicedirettore del think tank National Institution for Finance and Development, ha affermato questa settimana che la Cina dovrebbe esplorare l'emissione di stablecoin ancorate allo yuan sia nella Shanghai Pilot Free Trade Zone che a Hong Kong in modo simultaneo.

Secondo gli operatori di mercato, qualsiasi cambiamento in Cina potrebbe non essere semplice, con i controlli sui capitali del Paese che rappresentano probabilmente un ostacolo chiave per lo sviluppo delle stablecoin.

Il governatore della banca centrale, Pan Gongsheng, ha inoltre dichiarato il mese scorso che il boom delle valute digitali e delle stablecoin rappresenta enormi sfide per la regolamentazione finanziaria.

La Cina continentale ha vietato il trading e il mining di criptovalute nel 2021, a causa delle preoccupazioni sulla stabilità del sistema finanziario.

Sebbene il dibattito sulle stablecoin in Cina si sia recentemente intensificato, le prospettive per altre criptovalute restano meno chiare. Al di fuori della Cina continentale, le valute digitali non stablecoin continuano a guadagnare popolarità, con il bitcoin che venerdì ha raggiunto un nuovo massimo storico sopra i 118.000 dollari.