ZURIGO (awp/ats) - La crescita del prodotto interno lordo (Pil) svizzero rischia di essere penalizzata quest'anno dalla debole congiuntura dell'Eurozona. Lo anticipano gli economisti di UBS, stando ai quali inoltre l'inflazione dovrebbe restare nella forchetta fra lo 0% e il 2% alla quale punta la Banca nazionale svizzera (BNS).

Secondo un'analisi pubblicata oggi dal leader bancario elvetico, il Pil della Confederazione dovrebbe salire dell'1,3% nel 2024, poi dell'1,5% nel 2025. L'anno prossimo gli esperti di UBS prevedono in effetti un miglioramento dell'economia europea, che dovrebbe trainare di conseguenza quella svizzera, a partire dall'industria.

C'è invece parecchia fiducia riguardo all'inflazione, che nei primi quattro mesi dell'anno è restata ben al di sotto dei livelli raggiunti nel 2023. Il rincaro medio nel 2024 dovrebbe dunque stabilirsi all'1,2%, passando in seguito all'1,0% nel 2025.

Questa evoluzione ha già permesso alla BNS di tagliare i tassi di interesse una prima volta. Tuttavia, gli economisti di UBS si aspettano altri due interventi in questo senso, a giugno e a settembre. Stando alle loro ipotesi, il tasso guida potrebbe dunque essere portato dall'1,5% attuale all'1,0% nel giro di qualche mese, con una doppia riduzione di 25 punti base per volta.