ZURIGO (awp/ats) - Per chi possiede un "vreneli", un lingottino o gioielli è il momento di rallegrarsi: negli ultimi giorni il prezzo dell'oro è salito, sulla scia delle tensioni in Medio Oriente. Il metallo prezioso, considerato un bene rifugio, ha anche beneficiato quest'anno più in generale della situazione della politica monetaria. E secondo taluni forse anche di acquisti in grande stile da parte di Pechino. Il livello massimo potrebbe però essere stato raggiunto.

Attualmente gli investitori devono mettere sul piatto circa 2370 dollari per un'oncia (31,1 grammi). La scorsa settimana il corso ha addirittura superato per breve tempo i 2400 dollari, un record, mentre tre mesi or sono si aggirava sui 2000 dollari.

Stando agli esperti le ragioni dell'aumento del prezzo sono molteplici e nel breve termine non c'è nulla che faccia pensare a un crollo. Infatti non essendo previsti dati economici importanti dagli Stati Uniti nella prossima settimana è improbabile che il metallo prezioso risulti sotto pressione, scrivono Thu Lan Nguyen e Carsten Fritsch della tedesca Commerzbank.

Per Luca Carrozzo, responsabile investimenti di Bank CIC (Svizzera), una delle ragioni più plausibili per l'aumento del corso è la sensazione generale di incertezza. In un'intervista all'agenzia Awp lo specialista parla di una "fuga verso l'oro". "Sembra che molti grandi investitori abbiano perso fiducia nelle valute globali e stiano quindi facendo scorta di metallo giallo", spiega.

Anche i timori di una guerra - sulla scia delle situazioni in Ucraina, Israele e Iran - contribuiscono all'incertezza. "Non credo comunque che questi conflitti siano il principale motore del prezzo dell'oro", afferma Carrozzo.

Simon Lustenberger della Banca cantonale di Zurigo non ha una visione molto diversa. "Le tensioni in Medio Oriente dovrebbero continuare a sostenere il prezzo al momento", dice all'Awp. "L'oro tende a trarre vantaggio nei periodi di maggiori rischi geopolitici, poiché gli investitori sono alla ricerca di investimenti sicuri".

Entrambi gli analisti concordano su un altro punto: la politica monetaria delle banche centrali svolge un ruolo molto importante per il prezzo dell'oro, soprattutto quella della Federal Reserve statunitense. "Anche l'anno scorso le dichiarazioni del presidente della Fed Jerome Powell hanno spinto il prezzo avanti e indietro", argomenta Carrozzo.

Vale quanto segue: le speranze di un taglio dei tassi d'interesse da parte della Fed di solito fanno salire il prezzo del metallo prezioso. Come dice Lustenberger di ZKB: "L'aumento dei tassi di interesse di riferimento e dei rendimenti obbligazionari di solito pesa sull'oro, poiché l'oro non paga interessi". In questo contesto, gli investitori stanno attualmente valutando la potenziale portata dei tagli parte della Federal Reserve nel corso del 2024, anche se i dati sull'inflazione Usa, persistentemente elevati, hanno recentemente smorzato le aspettative.

In questo contesto si inserisce anche l'interazione tra il prezzo dell'oro e il dollaro americano. Se il dollaro sale, l'oro scende e viceversa. Questo perché l'aumento dei tassi di interesse reali rende il dollaro più attraente dal punto di vista degli investitori e il metallo prezioso meno gettonato.

Carrozzo sottolinea peraltro che proprio questa correlazione negativa tra oro e dollaro, osservata per lunghi periodi, è diventata di recente positiva: da questo punto di vista, si potrebbe anche parlare di una debolezza intrinseca del dollaro USA e delle altre valute.

Tra l'altro gli istituti centrali influenzano il prezzo dell'oro non solo attraverso la loro politica monetaria: secondo gli operatori, alcune banche centrali, soprattutto quella cinese, stanno acquistando sempre più oro. Stando ai trader di Heraeus, la People's Bank of China (PBOC) ha acquistato una media di 19,3 tonnellate d'oro al mese dal novembre 2022.

Ma cosa significa questo per il futuro? Per Carrozzo e Lustenberger il prezzo ha probabilmente raggiunto il picco, per il momento. A lungo termine, Carrozzo prevede un "forte slancio" per l'oro e quindi prezzi fino a 2800 dollari per oncia, ma l'obiettivo di corso per quest'anno è di soli 2350 dollari, il che corrisponde a un movimento laterale fino alla fine del 2024.

Anche Lustenberger ha una visione critica riguardo a ulteriori rialzi. "Se i rischi geopolitici si attenuano, l'aumento del prezzo dell'oro si troverà su un terreno traballante", afferma. Ciò è particolarmente vero in considerazione del rafforzamento del dollaro statunitense.