Una settimana intensa di riunioni delle banche centrali, che ha incluso la Federal Reserve degli Stati Uniti mercoledì e la Banca d'Inghilterra giovedì, si conclude venerdì con l'attenzione rivolta all'Asia e alle decisioni politiche della Bank of Japan e della People's Bank of China.
Gli investitori in Asia si presentano a questi incontri con uno stato d'animo positivo, stimolati dal taglio di mezzo punto percentuale dei tassi della Fed e dal segnale che i tassi continueranno a scendere nei prossimi due anni.
Le preoccupazioni sul mercato del lavoro statunitense, sulla natura dell'atterraggio dell'economia americana e sulla saggezza di allentare così tanto la politica quando le condizioni finanziarie sono già le più allentate degli ultimi anni, torneranno sicuramente ad un certo punto.
Ma questo è un altro giorno. In questo momento, gli spiriti animali stanno attraversando i mercati e gli asset rischiosi in Asia sono destinati a chiudere la settimana su livelli elevati.
L'MSCI World, l'S&P 500 e il Dow hanno toccato nuovi massimi giovedì, il Nasdaq ha fatto un balzo del 2,5% e l'indice Russell 2000 delle small cap statunitensi è salito per il settimo giorno, registrando il periodo vincente più lungo dal marzo 2021.
I futures del Nikkei indicano un rialzo dell'1,6% all'apertura di venerdì, mentre l'indice MSCI Asia ex-Japan è all'1,5% dal livello più alto da aprile 2022.
Si prevede che la BOJ rimarrà ferma e aspetterà di vedere come si evolverà la dinamica dell'inflazione prima di decidere quando alzare nuovamente i tassi, e il destino vuole che venerdì vengano rilasciati anche i dati sull'inflazione al consumo giapponese di agosto.
Gli economisti si aspettano che il tasso annuale core salga al 2,8% dal 2,7% di luglio. Questo segnerebbe il quarto aumento consecutivo e porterebbe l'inflazione al di sopra dell'obiettivo del 2% della BOJ.
L'influenza politica potrebbe influire sul pensiero dei funzionari della BOJ. Sanae Takaichi, ministro giapponese responsabile della sicurezza economica e candidato principale nella corsa alla leadership del partito al potere, ha messo in guardia la BOJ dall'aumentare i tassi.
La PBOC, nel frattempo, dovrebbe tagliare i suoi principali tassi di politica e di prestito di riferimento venerdì, confortata dal taglio dei tassi della Fed che ha eliminato alcuni dei rischi legati al forte calo dello yuan.
Le sfide economiche che le autorità cinesi devono affrontare sono ormai ben note. Comprendono un crollo del settore immobiliare che potrebbe richiedere anni, alimentando le fiamme della deflazione, e una crescita del PIL che probabilmente sarà ben al di sotto dell'obiettivo del 5% fissato da Pechino.
Affinché la crescita, il sentimento degli investitori e i prezzi degli asset si riprendano in modo significativo, saranno necessari enormi stimoli monetari e fiscali. Ma i segnali indicano che ciò non accadrà e che Pechino sta optando per sforzi frammentari piuttosto che per un 'bazooka'.
Le azioni di Shanghai sono destinate ad un raro rialzo settimanale - solo il quarto degli ultimi 18 - ma sono a malapena all'1% dal cadere ai livelli visti l'ultima volta nel gennaio 2019.
Ecco gli sviluppi chiave che potrebbero fornire una maggiore direzione ai mercati asiatici venerdì:
- Decisione della banca centrale giapponese
- Inflazione in Giappone (agosto)
- Decisione della banca centrale cinese