(Reuters) - I dati sull'inflazione provenienti dagli Stati Uniti, dall'Europa e dal Giappone faranno da cornice alla settimana, mentre i policymaker si riuniranno per discutere su come riavviare il motore della crescita economica, in fase di stallo, che è il commercio globale.

Rae Wee a Singapore, Lewis Krauskopf a New York e Dhara Ranasinghe, Mark John e Karin Strohecker a Londra ci raccontano la settimana dei mercati mondiali.

1/OLTRE LE ATTESE

L'inflazione statunitense torna sotto i riflettori giovedì, con l'indice dei prezzi delle spese per consumi personali (Pce) che consentirà agli investitori di dare un'altra occhiata a un'economia che è stata più forte di quanto molti si aspettassero.

I dati recenti, come i prezzi al consumo, i prezzi alla produzione e l'occupazione, mostrano che l'economia più grande del mondo continua a girare nonostante mesi di tassi di interesse elevati. Il risultato è stato che la Fed, sempre più cauta, ha ridimensionato le aspettative di un imminente taglio dei tassi. I rendimenti obbligazionari sono rimbalzati e il dollaro è salito.

Gli economisti intervistati da Reuters si aspettano un aumento dello 0,3% a gennaio dopo lo 0,2% del mese precedente. Un dato Pce più forte del previsto potrebbe ridurre ulteriormente le scommesse sul taglio dei tassi da parte del mercato.

2/ HAPPY DAYS

La Banca centrale europea deve essere soddisfatta, vero?

I prossimi dati flash di febbraio, il 1° marzo, dovrebbero mostrare che l'inflazione dell'area dell'euro, che è salita a due cifre nel 2022, sta tornando verso l'obiettivo del 2%. La lettura è scivolata al 2,8% a gennaio dal 2,9% di dicembre e si sta raffreddando rapidamente con la crescita anemica e il calo dei prezzi dell'energia.

La lettura composita seguirà i dati nazionali di Germania, Francia e Spagna, tutti in uscita prima della riunione della Bce del 7 marzo. Il vicepresidente della Bce Luis de Guindos ha dichiarato che sono necessari tempo e altri dati prima che i responsabili di politica monetaria possano dire con certezza che i tassi record hanno fatto il loro lavoro. La crescita dei salari è rallentata, ma rimane al di sopra dei livelli coerenti con un'inflazione del 2%.

Non sono quindi giorni facili per chi deve decidere i livelli dei tassi, essendo nel difficile dilemma tra il mantenere i tassi sufficientemente alti per contenere l'inflazione e la giusta tempistica per un primo taglio.

3/ AZIONE DIFFICILE

I responsabili per la politica monetaria in Cina e Giappone stanno affrontando una dura battaglia per migliorare le fosche prospettive di crescita delle loro economie.

I dati sull'inflazione in Giappone sono attesi per martedì e l'aspettativa che i prezzi al consumo si siano nuovamente raffreddati a gennaio potrebbe dare alla Bank of Japan (Boj) una ragione in meno per abbandonare i tassi negativi quest'anno. La banca centrale si trova ad affrontare un contesto di recessione e di rallentamento della spesa dei consumatori, ma il mantenimento di una politica ultra-accomodante significherebbe un'ulteriore sofferenza per lo yen.

In Cina, le autorità stanno tentando sempre più disperatamente di sostenere la fragile ripresa economica, dopo aver ridotto il tasso di riferimento e aver aumentato la pressione normativa per rianimare un mercato azionario in crisi. I dati Pmi di venerdì forniranno maggiore chiarezza sull'efficacia delle misure di sostegno di Pechino. Nel frattempo, però, gli investitori rimangono indifferenti.

4/ TRADING NOWHERE

L'aumento del protezionismo e i conflitti geopolitici hanno gettato un'ombra sul commercio mondiale, che l'anno scorso è cresciuto solo dello 0,2%, il tasso più basso degli ultimi cinque decenni al di fuori delle recessioni globali.

Cosa può fare l'Organizzazione mondiale del commercio (Wto), che lunedì inizierà la sua riunione a livello ministeriale ad Abu Dhabi? Molto poco, conclude la maggior parte degli osservatori. L'organismo è ostacolato dalle controversie tra i Paesi membri e soprattutto dalla politica interna che si è inasprita sul libero scambio, per la cui promozione è stata istituito il Wto.

In vista delle elezioni americane di novembre, ci sono poche possibilità che Washington rimuova il suo blocco alle nuove nomine al massimo organo di appello del Wto, il che significa che il suo organo di arbitrato delle controversie commerciali rimarrà inattivo.

Nel frattempo, le prospettive di accordi in settori importanti come l'agricoltura e la pesca rimangono scarse, il che significa che non si può contare sul commercio per guidare l'economia globale nel prossimo futuro.

5/ UCRAINA SOTTO PRESSIONE

Sabato è stato il secondo anniversario dell'invasione dell'Ucraina da parte della Russia, un conflitto che ha scosso e modificato non solo il Paese, ma anche la politica globale, i mercati delle materie prime e le economie come nessun altro nella storia recente. I prezzi dell'energia e di molte materie prime sono tornati al di sotto dei livelli prebellici, anche se l'oro - una copertura contro l'inflazione - è al di sopra dei prezzi del febbraio 2022.

Messa alle strette, in inferiorità numerica e di fronte alle crescenti preoccupazioni sulla prospettiva degli aiuti internazionali, l'Ucraina è sempre più sotto pressione. Il Fondo monetario internazionale avverte che è necessario un "sostegno tempestivo" da parte degli Stati Uniti e di altri donatori internazionali per garantire la sostenibilità fiscale del Paese.

Il G7 si è impegnato sabato a sostenere l'Ucraina, stremata dalla guerra, e i leader occidentali si sono recati a Kiev per mostrare solidarietà.

Nel frattempo la Russia, già tagliata fuori dal sistema finanziario globale in seguito a numerose sanzioni, sta affrontando nuove restrizioni da parte di Washington, Gran Bretagna e altri paesi in seguito alla morte del leader dell'opposizione Alexei Navalny e alla guerra che sta entrando nel suo terzo anno.

(Versione italiana Stefano Bernabei, editing Sabina Suzzi, Andrea Mandalà)