FRANCOFORTE (Reuters) - La Banca centrale europea continuerà a tagliare i tassi di interesse e dovrebbe porre fine alle restrizioni di politica monetaria nei prossimi mesi, ma le incombenti tariffe commerciali, che potrebbero anche non essere efficaci, offuscano le prospettive.

Lo ha detto Olli Rehn, governatore della banca centrale finlandese.

La Bce ha tagliato i tassi d'interesse quattro volte l'anno scorso fino a raggiungere il 3% e i mercati si aspettano altre quattro mosse nel 2025, dato che l'inflazione è ormai ampiamente contenuta e la scarsa crescita diventa il principale problema del blocco valutario.

"Alla luce delle attuali prospettive economiche e delle nostre funzioni di reazione, presumo che la nostra politica monetaria lascerà il territorio restrittivo nei prossimi mesi, al più tardi entro la metà dell'estate", ha detto Rehn a una conferenza a Hong Kong.

In precedenza, Rehn aveva stimato che il tasso neutrale, che non limita né stimola l'economia, fosse compreso tra lo 0,2% e lo 0,8% in termini corretti per l'inflazione, il che implicherebbe una forbice tra il 2,2% e il 2,8% per il tasso di deposito della Bce se l'inflazione fosse in linea con l'obiettivo del 2%.

I mercati scommettono che il tasso della banca centrale raggiungerà la parte inferiore di questa fascia a giugno e scenderà al di sotto di essa entro la fine dell'anno.

L'incertezza maggiore potrebbe essere rappresentata dalle politiche commerciali dell'amministrazione del presidente eletto Donald Trump, che potrebbero aumentare i costi delle attività commerciali.

Tuttavia, Rehn ha anche espresso scetticismo sull'efficacia delle barriere commerciali, sostenendo che le imprese trovano il modo di aggirarle e che persino il recente calo degli scambi diretti tra Cina e Stati Uniti sta mascherando tale tendenza.

"Sembra che le catene del valore vengano semplicemente reindirizzate attraverso Paesi connettori come il Messico e il Vietnam", ha affermato Rehn. "Le tariffe doganali tra due Paesi, come gli Stati Uniti e la Cina, possono spesso essere aggirate in un modo o nell'altro".

"Le aziende sono agili nello spostare la produzione per evitare i dazi", ha aggiunto Rehn. "Questo tipo di adattamento rende le economie più resistenti, ma allo stesso tempo aumenta i costi delle attività commerciali".

(Tradotto da Enrico Sciacovelli, editing Stefano Bernabei)