L'inflazione della zona euro è aumentata a maggio, secondo i dati mostrati venerdì, in un segno che la Banca Centrale Europea deve ancora affrontare un percorso lento e incerto per contenere i prezzi.

È improbabile che l'aumento dell'inflazione, superiore alle attese, impedisca alla BCE di abbassare i costi di prestito da un livello record la prossima settimana, ma potrebbe rafforzare l'ipotesi di una pausa a luglio e di un ritmo più lento di riduzioni dei tassi di interesse nei prossimi mesi.

I prezzi al consumo nei 20 Paesi che condividono l'euro sono aumentati del 2,6% su base annua a maggio, allontanandosi dall'obiettivo del 2% della BCE dopo gli aumenti del 2,4% nei due mesi precedenti, secondo la stima flash di Eurostat.

Gli economisti intervistati da Reuters avevano previsto un aumento del 2,5%, sebbene fosse probabile una sorpresa al rialzo dopo le letture tedesche, francesi e spagnole precedenti.

In modo più significativo, una misura attentamente osservata dell'inflazione sottostante che esclude cibo, energia, alcol e tabacco è arrivata al 2,9% dal 2,7% di aprile.

I prezzi nel settore dei servizi, che alcuni politici hanno definito particolarmente rilevanti perché riflettono la domanda interna, sono rimbalzati al 4,1% dal 3,7%.

È probabile che questo rispecchi gli aumenti salariali più consistenti del previsto nel primo trimestre dell'anno, che hanno rafforzato il reddito disponibile malconcio dei consumatori dopo anni di aumenti salariali al di sotto dell'inflazione.

La più grande serie di aumenti dei tassi della BCE ha contribuito a far scendere l'inflazione da un incredibile 10% alla fine del 2022 e a stabilizzare le aspettative dei consumatori, ma ha anche bloccato il credito.

Ciò significa che i responsabili politici che si riuniranno la prossima settimana probabilmente si atterranno ai piani di taglio dei tassi ben delineati, nonostante i crescenti dubbi del mercato su una narrativa globale di inflazione in calo. (Relazione di Francesco Canepa; Redazione di Toby Chopra)