Uno sguardo alla giornata in corso sui mercati europei e globali da parte di Wayne Cole.

L'inizio della settimana è stato leggermente privo di rischi, con la maggior parte degli indici azionari in rosso, il dollaro in rialzo e i rendimenti del Tesoro in calo, anche se non c'è stato un catalizzatore evidente per i movimenti.

Il dollaro si è spinto fino a 159,94 yen nelle prime contrattazioni, scatenando i soliti avvertimenti da parte dei funzionari giapponesi contro la volatilità "eccessiva", che significa un allarme di intervento. Il livello di 160,00 è visto come una linea rossa per i giapponesi, dato che sono intervenuti a fine aprile quando il dollaro ha raggiunto 160,245.

La debolezza dello yen si aggiunge all'inflazione importata e mette sotto pressione la Banca del Giappone (BoJ) per un ulteriore allentamento delle sue politiche super-facili. I verbali dell'ultima riunione della banca centrale hanno confermato che si è discusso molto sulla riduzione degli acquisti di obbligazioni e sull'aumento dei tassi.

Il costante declino dello yen si ripercuote anche sui mercati emergenti, mettendo sotto stress le valute asiatiche che devono scendere per mantenere le esportazioni competitive. Lo yuan cinese è in rialzo di oltre il 10% rispetto allo yen quest'anno e vicino ai massimi dal 1992, un motivo importante per cui gli analisti sospettano che Pechino stia massaggiando la propria valuta per abbassarla nel tempo.

Anche la geopolitica si è fatta sentire, con il primo dibattito presidenziale degli Stati Uniti giovedì e il primo turno di voto delle elezioni francesi nel fine settimana.

Un sondaggio d'opinione pubblicato nel fine settimana ha mostrato che il partito di estrema destra National Rally (RN) e i suoi alleati sono in testa al primo turno delle elezioni del Paese con il 35,5% dei voti.

Il principale ostacolo di dati per la settimana sarà l'indice dei prezzi delle spese per i consumi personali (PCE) degli Stati Uniti, venerdì, che deve essere benigno per far sì che il mercato continui a scommettere su un taglio dei tassi a settembre.

Il core è visto rallentare ad un minimo di tre anni del 2,6% a/a, dal 2,8%, con un intervallo tra il 2,5% e il 2,8%. I rapporti CPI/PPI benigni hanno fatto sì che il mercato contasse molto sul 2,6% o su valori inferiori, quindi una sorpresa al rialzo farebbe davvero male.

Gli analisti avvertono anche che una serie di numeri PCE molto morbidi della seconda metà dello scorso anno si esaurirà nei prossimi mesi, rendendo difficile superare l'effetto base. Il capo della Fed Powell ha citato questo fattore per spiegare perché il dot plot mediano vedeva il PCE core ancora al 2,8% entro la fine di quest'anno.

Sviluppi chiave che potrebbero influenzare i mercati lunedì:

- Sondaggio Ifo sul clima imprenditoriale tedesco, Ordini CBI Trends del Regno Unito per il mese di giugno.

- Intervengono i membri del Consiglio della BCE Claudia Buch, Edouard Fernandez-Bollo, Isabel Schnabel ed Elizabeth McCaul.

- Interventi di Austan Goolsbee, Mary Daly e Christopher Waller della Federal Reserve. Intervento del Governatore della Banca del Canada Tiff Macklem

- Indice manifatturiero della Fed di Dallas di giugno