Il personale del gruppo ombrello delle banche centrali, la Banca dei Regolamenti Internazionali, ha messo in guardia da un attacco globale di stagflazione se le tariffe commerciali promesse dal futuro Presidente degli Stati Uniti Donald Trump continueranno a far salire il dollaro.

La stagflazione - la combinazione di una forte inflazione e di una debole crescita economica - è considerata dagli economisti come la Kryptonite, in quanto i consumatori e le aziende sono colpiti da entrambi i lati.

Pochi giorni prima dell'insediamento di Trump, il rapporto pubblicato dalla BRI ha affermato che l'economia mondiale è sulla buona strada per un "atterraggio morbido", ma ha sottolineato la crescente incertezza dovuta a quelle che ha descritto come le nuove sfide incombenti.

Ha evidenziato i sondaggi che mostrano un aumento della probabilità percepita di un "non atterraggio", ossia una forte crescita economica statunitense e un'inflazione appiccicosa, che potrebbero limitare il grado di riduzione dei tassi di interesse da parte degli Stati Uniti e di altri Paesi.

Allo stesso tempo, è probabile che il commercio globale debba affrontare un aumento delle "frizioni e della frammentazione", con la guerra commerciale ad ampio raggio tra Washington e altri Paesi che ora è "uno scenario di rischio tangibile", ha avvertito.

Se gli Stati Uniti finiscono per tagliare appena, o addirittura alzare i propri tassi di interesse, ma altri Paesi devono tagliare i propri, ciò potrebbe causare un significativo flusso di capitali e aggiustamenti dei tassi di cambio.

"Il valore del dollaro americano potrebbe continuare la sua recente ascesa sulla scia di tassi d'interesse statunitensi più elevati, di un'economia americana più forte e di un'elevata incertezza politica", si legge nel rapporto della BRI.

"Questo potrebbe avere effetti di stagflazione sull'economia globale, a causa del ruolo dominante del dollaro nella fatturazione commerciale e nella finanza internazionale".

Un dollaro più forte tende a stimolare l'inflazione al di fuori degli Stati Uniti, aumentando i prezzi delle importazioni e le aspettative di inflazione, soprattutto nei Paesi in via di sviluppo.

La forza del dollaro tende anche a inasprire le condizioni finanziarie, facendo salire i costi di prestito globali. Questo poi smorza l'attività economica reale, in particolare nei Paesi con fondamentali deboli e posizioni fiscali vulnerabili, ha detto la BRI.