ROMA (MF-DJ)--Il paragone con Winston Churchill, la standing ovation al Congresso, la concessione del sistema missilistico di difesa Patriot. C'è questo, e tanto altro, nella trasferta americana del presidente ucraino Volodymyr Zelensky. «È un viaggio con un evidente carattere simbolico, il primo da quando è iniziata la guerra», spiega Giampiero Massolo, presidente di Atlantia e dell'Istituto per gli studi di politica internazionale (Ispi) in un'intervista a Milano Finanza. «Zelensky e Biden hanno voluto dimostrare la compattezza dell'Occidente e cementare l'unione del mondo libero. Un po' quello che fece Churchill nel 1941, quando andò negli Stati Uniti per forgiare l'alleanza che avrebbe sconfitto il nazismo».

Domanda. Cos' altro vede nel viaggio del presidente ucraino?

Risposta. Una richiesta di appoggio perdurante e una rassicurazione chiara, in tal senso, da parte degli americani. Gli Usa continueranno ad aiutare l'aggredito perché la pace non può essere raggiunta alle condizioni dell'aggressore: spetta agli ucraini dire quando saranno pronti al negoziato.

D. Zelensky però ha chiesto altri aiuti militari per vincere la guerra.

R. La richiesta è quella di ricevere armi più letali, non soltanto difensive. Ma su questo punto credo che l'Occidente continuerà a essere cauto, perché la regola d'ingaggio non è entrare in guerra con la Russia, bensì aiutare l'Ucraina a difendersi. Solo se rifornita Kiev potrà sedersi al futuro tavolo del negoziato nella migliore condizione possibile.

D. Come reagirà Putin alla concessione dei missili Patriot?

R. La tattica russa per ora è quella di consolidare quanto conquistato. Quindi credo che aumenterà i bombardamenti per fiaccare la resistenza ucraina. Continuerà a colpire infrastrutture nevralgiche come le centrali elettriche e gli acquedotti, in attesa di sferrare un'ulteriore offensiva in primavera.

D. Vede accrescere il pericolo nucleare dopo il viaggio di Zelensky?

R. No, perché quello che Putin potrebbe ottenere con l'impiego di un ordigno nucleare tattico non gli permetterebbe di vincere la guerra. Anzi, lo metterebbe definitivamente al bando nella comunità internazionale.

D. Senza nucleare aumentano le speranze di una tregua?

R. Tutti condividiamo l'ansia per la pace, ma purtroppo mancano i presupposti. Da un lato, c'è la Russia che si prepara a lanciare un'offensiva dopo aver rigenerato le forze e cerca di riaprire il fronte del Nord dalla Bielorussia. Dall'altro, ci sono gli ucraini che provano a riconquistare più territori possibile prima della fine dell'inverno. Ecco, in una situazione di questo tipo solo un cambiamento conquistato sul campo di battaglia potrebbe smuovere gli equilibri. Altrimenti c'è il rischio che si crei uno stallo perdurante, alla coreana.

liv


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December 23, 2022 02:13 ET (07:13 GMT)