Nel 2025, le performance dei principali indici europei stanno dimostrando una notevole divergenza. Si registrano fino a 25 punti di differenza tra il DAX tedesco (+20%) e l'OMX Nordic (-5%). Alcune disparità si spiegano con caratteristiche tecniche: il DAX, ad esempio, capitalizza i dividendi, a differenza della maggior parte degli altri indici. Ma sono soprattutto le differenze settoriali a fare la differenza. Ecco una panoramica di 9 indici europei in un grafico, dal migliore al peggiore.
Partiamo quindi con il grafico delle performance di nove indici europei nel 2025.
IBEX 35: le banche in testa
Quest'anno l'indice spagnolo ha surclassato tutti i suoi vicini dell'Europa occidentale. Il suo punto di forza: un forte peso delle banche (36% dell'indice), che da gennaio hanno registrato un aumento del 46%. Il secondo settore di punta è quello dei servizi collettivi (20% del totale), con Iberdrola, Endesa e Naturgy in rialzo del 20%, ma sono le banche (Santander, BBVA, Caixabank, Banco de Sabadell...) a trainare l'IBEX.
DAX 40: la potenza industriale tedesca
L'industria domina il DAX (29%) e quest'anno ha registrato ottimi risultati (+38%), trainata da Siemens AG e soprattutto Rheinmetall (+178%), leader nel settore della difesa. Il settore finanziario segue a ruota (20%) e ha anch'esso registrato buoni risultati.
FTSE MIB: l'indice ultra-finanziario
L'indice italiano è il più esposto ai titoli finanziari in Europa: il 48,3% del suo peso, con Unicredit, Intesa e Generali in testa. Seguono i servizi collettivi (Enel in prima linea, 16,7%) e i consumi ciclici (14,4%) con Ferrari e Stellantis.
FTSE 100: la City senza tecnologia
L'indice britannico rimane equilibrato tra finanza, industria, consumi, sanità ed energia. Ma dal punto di vista tecnologico è un deserto: tra i 100 titoli solo Sage Group e Halma rappresentano il settore. Ciò non gli impedisce di figurare ai vertici della classifica.
SMI: la sanità prima di tutto
Nessuna sorpresa dal fronte svizzero. L'SMI è dominato dal settore sanitario (36,4%) con Roche, Novartis e Lonza. Segue il settore finanziario (19,4%) con UBS, Zurich Insurance e Swiss Re. E a completare il podio troviamo il consumo di base, rappresentato esclusivamente da Nestlé (17,1%). Un indice molto difensivo.
CAC 40: l'industria made in France
Contro ogni aspettativa, l'industria pesa più nel CAC40 (34,5%) che nel DAX. Schneider Electric (1° per capitalizzazione), Airbus, Safran, Legrand o Thales contribuiscono in modo significativo. Il consumo ciclico (trainato dal lusso, in calo) e la finanza rappresentano ciascuno circa il 15%.
AEX: il buon allievo dell'equilibrio
L'indice olandese presenta una distribuzione armoniosa: cinque settori tra il 13% e il 21%. In testa, i consumi di base (Unilever), seguiti dalla tecnologia (ASML), dalla finanza (ING, Adyen), dall'energia (Shell) e dall'industria (RELX). Non è il Nasdaq, ma è il meglio che l'Europa ha da offrire in termini di tecnologia, soprattutto se si considera Adyen come una fintech prima di tutto.
BEL 20: cugino dell'SMI
L'indice belga si basa sugli stessi pilastri di quello svizzero: finanza, sanità, consumi di base. Ma qui il settore finanziario (KBC, Ageas, Groupe Bruxelles Lambert) vince su quello sanitario (UCB, ArgenX). Il produttore di birra Anheuser-Busch Inbev rappresenta la maggior parte dei consumi.
OMX Nordic 40: industria e farmaceutica... in calo
L'indice scandinavo raggruppa i principali titoli svedesi, norvegesi, finlandesi e danesi. È molto industriale (30% con ABB, Atlas Copco, AB Volvo...) e fortemente esposto alla sanità (Novo Nordisk, AstraZeneca...), ma il crollo delle società farmaceutiche danesi quest'anno (Novo Nordisk, Zealand Pharma, Coloplast) ha pesato molto.