MILANO (MF-DJ)--Prima il default del colosso della supply-chain finance Greensill e dopo pochi giorni il collasso del fondo Archegos, con posizioni liquidate per 30 miliardi di dollari. Due colpi bassi che rischiano di piegare il gigante bancario elvetico Credit Suisse, che aveva posizioni importanti in entrambi i fondi e che sarebbe in procinto di perdere, secondo gli analisti, oltre 10 miliardi di dollari.

La parola d'ordine per cercare di rimettere in ordine i conti e rassicurare gli investitori (il titolo della banca d'affari ha perso nel solo mese di marzo oltre il 22% della sua capitalizzazione), è mettere in atto una ristrutturazione memorabile all'interno del management. La vera domanda è però un'altra: chi sarà la vittima designata? Secondo fonti interpellate da Bloomberg l'istituto bancario, che terrà gli investitori aggiornati sugli sviluppi del caso Archegos, starebbe pensando di risparmiare, almeno nell'immediato, l'amministratore delegato Thomas Gottstein. «Non sarebbe giusto addossare le colpe su di lui», ha detto di fronte ai microfoni di Bloomberg Tv David Herro di Harris Associates, uno dei maggiori azionisti della banca, che ha aggiunto: «Ha cercato e sta cercando di riorganizzare Credit Suisse, ma Roma non è stata costruita certo in un giorno». Nonostante l'evidenza parrebbe dimostrare il contrario, ha concluso Herro, «penso che Gottstein sia la persona giusta per continuare a guidare l'istituto di credito». Per preservare il ceo, sotto la cui gestione è stata decisa, tra le altre cose, la separazione dell'asset management dalla divisione international wealth management, qualcuno dovrà però essere sacrificato. Secondo la testata americana il nome più in bilico sarebbe quello di Lara Warner, chief risk officer del gruppo: stando a fonti vicine alla vicenda la sua propensione a un approccio più incentrato sul business che sui modelli di rischio non sarebbe mai stata gradita all'interno del team, dal quale molte persone hanno deciso di allontanarsi.

A puntare il dito è stato lo stesso David Herro, che ha dichiarato: «Per far fiorire il meglio di Credit Suisse bisogna sbarazzarsi delle parti cattive, tra cui rientra la gestione del rischio, che ha penalizzato l'istituto per la maggior parte del decennio». Un altro nome nel mirino è quello di Brian Chin, a capo dell'investment banking. Uno dei grandi vincitori della riorganizzazione messa in atto da Gottstein la scorsa estate, quando l'area trading è stata unita a quella degli investimenti, permettendogli di salire a capo della nuova entità scaturita dalla fusione. La sua gestione del caso Archegos, che prevedeva una strategia attendista per cercare di sbloccare le posizioni senza creare panico, non ha funzionato e le banche investitrici hanno iniziato a vendere le loro posizioni nel fondo, causando pesanti perdite alla banca e trasformando Chin in un altro illustre sorvegliato speciale.

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(END) Dow Jones Newswires

April 06, 2021 02:19 ET (06:19 GMT)