MILANO (MF-DJ)--Nuovo passo della finanza tradizionale verso l'accettazione delle criptovalute: ieri S&P Dow Jones Indices, una divisione del fornitore di dati finanziari S&P Global, ha annunciato che l'anno prossimo lancerà alcuni indici sulle criptovalute.

I prodotti a marchio S&P DJI utilizzeranno i dati della società di valute virtuali Lukka con sede a New York su oltre 550 delle cripto più scambiate. S&P e Lukka sperano che dati sui prezzi più affidabili rendano più facile per gli investitori accedere alla nuova asset class e riducano alcuni rischi di questo mercato molto volatile e speculativo (ancora oggi capita che ci siano notevoli differenze di prezzo tra le varie borse specializzate). «Le criptovalute stanno diventando un asset class in rapida crescita ed è quindi il momento giusto per dare vita a benchmark indipendenti, affidabili e di facile utilizzo», ha affermato Peter Roffman, responsabile globale dell'innovazione e della strategia di S&P Dow Jones Indices. Sempre ieri Hauck & Aufhäuser, una banca tedesca di medie dimensioni fondata nel 1796, ha annunciato che a gennaio lancerà un fondo di criptovalute gestito passivamente.

Nel portafoglio ci saranno Bitcoin, Ethereum, Stellar e altre criptovalute a grande capitalizzazione. Il fondo è rivolto a investitori con un patrimonio netto elevato e a clienti istituzionali. L'investimento minimo sarà di 200.000 euro. Ma la corsa alle criptovalute non è certo finita qui: il canale televisivo finanziario americano Real Vision tre mesi fa ha investito il 10% delle sue disponibilità liquide in Bitcoin. Lo ha rivelato ieri il ceo Raoul Pal, osservando che il motivo per cui molte aziende finora non hanno investito in bitcoin è perché il tesoriere aziendale, che in genere riporta al cfo, deve giustificare l'investimento di risorse aziendali nella criptovaluta. E per farlo, deve essere in grado di rassicurare gli azionisti. «Ha bisogno», ha spiegato Pal, «di un pezzo di carta scritto da una banca di investimento o da qualcuno considerato credibile che affermi che si tratta di un ottimo asset di diversificazione che aggiunge valore complessivo al tuo portafoglio. Il momento in cui questo tipo di ricerca verrà fuori, e fra poco ne usciranno un po', cambierà completamente il gioco». Il ceo di Real Vision ha aggiunto che nel 2012 ha comprato per la prima volta la criptovaluta, investendo 25.000 dollari. Nel giro di un mese il bitcoin è salito del 100% e ha subito venduto. Da allora è entrato e uscito più volte dal mercato delle criptovalute. Il 30 novembre scorso ha quindi twittato di avere venduto l'oro in portafoglio per investire il ricavato all'80% in bitcoin e al 20% in ethereum.

«Ora il 98% della mia liquidità è in criptovalute», ha rivelato Pal. Da ultimo, tra i fan del bitcoin è arrivato anche Nigel Farage, l'artefice della Brexit, che ora ha fondato il Partito della Riforma, dichiaratamente anti lockdown perché «inutile e crudele». Farage, che prima di entrare in politica lavorava come trader di commodity, ha definito il bitcoin «il miglior investimento anti-lockdown», spiegando che durante la pandemia i governi stanno creando enormi quantità di denaro che hanno l'effetto di svalutare le loro valute, con il risultato che la gente «ha paura di ciò che questo possa significare per i loro soldi, i loro investimenti». Ma la vera bomba sono le dichiarazioni di Larry Fink, il ceo di BlackRock.

fch

(END) Dow Jones Newswires

December 04, 2020 02:43 ET (07:43 GMT)