Alle 11,25 lo STOXX 600 è in rialzo dello 0,83%, dopo aver toccato i massimi da aprile 2022 negli scambi iniziali.

Le osservazioni di Powell, secondo cui il 2023 dovrebbe essere un anno di "significativo declino dell'inflazione", sono state interpretate come meno "hawkish" di quanto temuto, pur riconoscendo che il rapporto di venerdì sull'occupazione negli Usa ha dimostrato che la battaglia contro l'inflazione "richiederà un bel po' di tempo".

Dall'altro lato dell'Atlantico, il presidente della Bundesbank Joachim Nagel ha affermato ieri in un'intervista di vedere la necessità di nuovi forti aumenti dei tassi di interesse per riportare l'inflazione al 2%, supportando l'atteggiamento hawkish della Bce.

Il settore dell'energia fa segnare la migliore performance tra i sottoindici con un guadagno di quasi il 2%, sostenuto dai guadagni di Neste ed Equinor, in rialzo rispettivamente del 9,94% e del 7,35%, sulla scorta di un quarto trimestre particolarmente positivo.

Anche i titoli del settore chimico hanno beneficiato di forti acquisti grazie all'aumento degli utili, e fanno segnare un rialzo dell'1,73%.

Il gigante tedesco del gas Linde e il produttore olandese di vernici Akzo Nobel hanno ritoccato al rialzo le previsioni sugli utili del 2023, mentre il produttore norvegese di fertilizzanti Yara ha proposto un dividendo più alto del previsto dopo che i suoi utili core del quarto trimestre hanno battuto le stime. Le aziende fanno segnare rialzi tra il 2% e il 6%.

L'indice di riferimento danese OMX Copenhagen tocca i massimi storici, favorito dal produttore di gioielli Pandora, in rialzo del 7,52% dopo aver registrato utili superiori alle attese nel quarto trimestre.

Giornata no invece per la svedese Handelsbanken che perde il 7,22% finendo in fondo allo STOXX 600 dopo aver proposto un payout per gli azionisti inferiore al previsto e aver previsto un nuovo aumento dei costi degli investimenti.

(Tradotto da Luca Fratangelo, editing Francesca Piscioneri)