Intorno alle ore 10,45 italiane l'indice paneuropeo Stoxx 600 scivola dello 0,2%, verso nella più lunga serie negativa dall'inizio di febbraio 2018.

L'indice è sceso di quasi il 4,3% negli ultimi sei giorni, con i mercati preoccupati per le mosse aggressive delle banche centrali in termini di politica monetaria per affrontare l'alta inflazione e per i recenti avvertimenti del Fondo Monetario Internazionale e della Banca Mondiale sulla recessione.

Gli ultimi dati sull'inflazione armonizzata tedesca hanno confermato un balzo annuale del 10,9% a settembre, mentre i prezzi al consumo in Svezia, misurati con un tasso di interesse fisso, sono aumentati dell'1,1% su base mensile.

Occhi puntati sui dati Cpi statunitensi previsti per le 14,30 italiane.

Dai verbali dell'ultima riunione della Fed statunitense è emerso che molti funzionari "hanno sottolineato che il costo di un'azione troppo limitata per ridurre l'inflazione è probabilmente superiore al costo di un'azione eccessiva".

L'indice FTSE 100 di Londra perde lo 0,2% a causa dei crescenti timori per i piani economici del Primo Ministro britannico Liz Truss e per le turbolenze del mercato obbligazionario che hanno innescato l'intervento della Banca d'Inghilterra.

Le aziende europee produttrici di semiconduttori perdono terreno dopo che Applied Materials ha detto che le restrizioni alle esportazioni in Cina comporteranno una perdita tra 250-550 milioni di dollari nelle vendite nette del trimestre fino al 30 ottobre, con un impatto simile previsto nei tre mesi successivi.

Infineon, Asml, Asmi, Besi e Aixtron perdono tra l'1,2% e il 4,4%.

Il produttore norvegese di alluminio Norsk Hydro balza del 6,8% su indiscrezioni su un potenziale embargo statunitense sulle importazioni di alluminio russo.

(Tradotto da Enrico Sciacovelli, editing Stefano Bernabei)