Il sondaggio di 21 gestori di fondi, strateghi e analisti, intervistati nelle ultime due settimane, prevedeva che l'indice paneuropeo STOXX 600 avrebbe raggiunto 450 punti entro la fine dell'anno, con un guadagno del 3,1% rispetto alla chiusura di lunedì.

Le azioni europee sono crollate di oltre il 10% quest'anno, subendo il peggior inizio d'anno dallo scoppio della COVID nel 2020 e il secondo peggior inizio dal 2008.

Grafico: STOXX 600 anno per anno -

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Il declino delle azioni europee arriva nonostante una stagione di relazioni ottimistiche per il primo trimestre, che si prevede mostri un balzo degli utili del 41,5%, secondo i dati di Refinitiv I/B/E/S. Escludendo il settore energetico, si prevede che gli utili siano aumentati del 22,4%.

Ma le prospettive restano incerte, con le azioni regionali che devono affrontare una serie di venti contrari verso il secondo semestre che offuscano le prospettive di crescita degli utili.

La guerra in corso in Ucraina, l'inflazione persistente e l'aumento del rischio di recessione sono tutti fattori che si aggiungono allo scenario incerto, secondo Stephane Ekolo, stratega azionario globale di Tradition.

"Siamo ancora cauti sulle azioni, dato il difficile contesto geopolitico e macro, unito al rischio di pressioni sui margini", ha detto Ekolo, che ha previsto che l'indice STOXX 600 scenderà di circa 55 punti a 380 entro la fine dell'anno.

Uno dei rischi principali citati dai partecipanti al sondaggio è la velocità con cui si prevede che le banche centrali, compresa la Banca Centrale Europea (BCE), inaspriscano la politica nel corso dell'anno per contenere l'inflazione.

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Presidente della Banca Centrale Europea, Christine Lagarde, ha dichiarato martedì di vedere il tasso di deposito della BCE a zero o "leggermente superiore" entro la fine di settembre, il che implica un aumento di almeno 50 punti base rispetto al livello attuale.

I mercati monetari prevedono un aumento dei tassi di interesse della BCE di oltre 100 punti base entro la fine dell'anno.

"La BCE che si muove in modo aggressivo sulla politica monetaria, soprattutto quando si prevede un rallentamento della crescita, peserà negativamente sulla regione", ha detto Philipp Lisibach, capo stratega globale del Credit Suisse.

Lisibach ha anche evidenziato un aumento prolungato dei prezzi dell'energia, una ricaduta o un'escalation del conflitto in Ucraina e un euro più forte come rischi chiave per le prospettive delle azioni della zona euro.

La BCE ha aumentato i tassi di interesse per l'ultima volta nel 2011 e il suo tasso di deposito è in territorio negativo dal 2014.

Tra i benchmark nazionali, il DAX tedesco è stato visto chiudere l'anno a 14.000 punti, in calo marginale rispetto al prezzo di chiusura di lunedì, secondo il sondaggio.

Il FTSE 100 britannico è stato visto a 7.494 punti alla fine dell'anno, con poche variazioni rispetto alla chiusura di lunedì, mentre il CAC 40 francese è stato visto in rialzo a 6.400 punti.

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