MILANO (MF-DJ)--Il Dow Jones è in calo e l'S&P 500 sulla parità, mentre il Nasdaq Composite, con i titoli del comparto tech in luce, sale dopo i dati macroeconomici Usa. Gli occhi del mercato restano puntati sugli esiti della riunione del Fomc di domani e sui movimenti del rendimento del Treasury. Il Dow Jones è in calo dello 0,39%, mentre l'S&P 500 avanza frazionalmente dello 0,02%. Il Nasdaq Composite guadagna invece l'1,06%.

"Ci aspettiamo che la Fed mantenga il proprio orientamento accomodante in materia di politica monetaria, in particolare a causa del significativo gap nel mercato del lavoro", afferma Francois Rimeu, Senior Strategist di La Francaise AM. "Il Fomc dovrebbe ribadire l'appropriatezza della sua policy attuale. La Fed continuerá a monitorare le condizioni finanziarie, che rimangono allentate. Non crediamo che verranno adottate misure come l'estensione della Wam (weighted average maturity) per limitare i rendimenti di lungo termine. Quindi, probabilmente, gli acquisti di asset continueranno al ritmo attuale: almeno 80 miliardi di dollari in Treasury e 40 miliardi in mortgage-backed securities al mese".

"Le pressioni inflazionistiche potrebbero, naturalmente, spingere la Fed ad adottare una posizione meno accomodante. D'altro canto, però, il mercato del lavoro, questione ufficiale per la Fed ormai, è lungi dall'essersi normalizzato", aggiunge Enguerrand Artaz, gestore di La Financiere de l'Echiquier. "In queste condizioni, è difficile che la Fed riduca il suo sostegno all'economia. Tra questi due estremi dovrá incamminarsi su un crinale che si annuncia particolarmente sottile".

"Non ci si dovrebbe aspettare troppi cambiamenti" dalla Fed. "Il focus è probabilmente sulla sfida di dimostrare la credibilitá dell'attuale quadro accomodante di fronte al recente aumento dei rendimenti nominali. È probabile che la Fed respinga le aspettative di inasprimento della politica e sottolinei che i tassi piú alti sono il risultato del miglioramento delle prospettive del mercato. Non dovremmo aspettarci che questa normalizzazione inneschi un intervento importante", afferma Christian Hantel, Portfolio Manager di Vontobel.

Sull'obbligazionario il rendimento del Treasury decennale si mantiene per il momento intorno all'area dell'1,6%. "Il mercato dei bond governativi Usa rimane comunque l'osservato speciale e questo è emerso anche dall'ultimo sondaggio condotto da Bofa tra i principali gestori mondiali", aggiungono gli strategist di Mps Capital Services. "Secondo circa il 60% dei partecipanti, infatti, un livello di tasso Treasury a 10 anni tra il 2,5% ed il 3% renderebbe i bond piú attrattivi rispetto all'azionario. Inoltre, un bond tantrum è diventato il secondo maggiore rischio temuto dai gestori dopo quello di una fiammata inflazionistica".

Per quanto riguarda poi l'outlook, dopo aver iniziato l'anno con una crescita modesta data la continua presenza di casi di Covid-19 e le interruzioni dovute alle intemperie, la crescita economica negli Stati Uniti dovrebbe accelerare con la riapertura e con il sostegno fiscale che forniranno una spinta alla domanda dei consumatori, affermano da Deutsche Bank. La banca prevede che l'economia statunitense crescerá del 6,6% quest'anno e del 4,7% nel 2022. Per gli esperti quindi l'economia Usa è destinata a tornare al livello pre-pandemia nel secondo trimestre di quest'anno e a balzare al di sopra del ritmo pre-virus entro la fine dell'anno e nel 2022, concludono gli esperti.

Sul fronte macroeconomico, le vendite al dettaglio negli Usa sono diminuite del 3% su base mensile a febbraio, deludendo il consenso degli economisti che si aspettavano un calo dello 0,4% m/m. Escludendo la componente auto, le vendite sono scese del 2,7% rispetto al mese precedente, deludendo anche in questo caso le aspettative degli esperti (inv. M/m). Il dato sulle vendite al dettaglio di gennaio è stato infine rivisto al +7,6% m/m dal +5,3% m/m.

Le vendite al dettaglio negli Stati Uniti sono calate poichè un impulso fiscale ridotto rispetto a gennaio e il clima invernale estremo hanno tenuto i consumatori lontani da concessionarie di automobili, centri commerciali, ristoranti e negozi di bricolage, afferma Lydia Boussour, economista statunitense di Oxford Economics. Tuttavia, con l'avvicinarsi delle giornate piú calde e con i nuovi stimoli in arrivo, i consumatori sono pronti a scrollarsi di dosso "i brividi invernali", aggiunge l'esperta. "Quest'anno ci aspettiamo che la combinazione di una situazione sanitaria migliorata e di un generoso stimolo fiscale alimenterá un boom dei consumatori, con la spesa reale che probabilmente crescerá del 7,7%, il suo tasso piú veloce dal 1946", conclude Boussour.

È probabile che le vendite al dettaglio negli Stati Uniti ricevano una spinta in primavera, quando i nuovi stimoli finiranno nei conti bancari delle famiglie americane, aggiunge Gus Faucher, capo economista di Pnc Financial Services Group. "L'aumento delle vaccinazioni, la diminuzione dei casi di coronavirus, i tassi di interesse molto bassi e il clima migliore sosterranno la crescita delle vendite al dettaglio nel 2021 e nel 2022", puntualizza l'esperto.

La produzione industriale negli Usa è invece calata del 2,2% a livello mensile a febbraio, deludendo nettamente il consenso degli economisti (+0,5% m/m). Sempre a febbraio, il tasso di utilizzo degli impianti si è attestato al 73,8%, rispetto al 75,7% atteso.

Il calo di febbraio è stato in gran parte dovuto al maltempo, ma anche la carenza di approvvigionamenti, in particolare dei semiconduttori, ha avuto un ruolo e potrebbe essere piú difficile da invertire, afferma Michael Pearce, economista statunitense senior di Capital Economics. "I problemi di offerta evidenti nell'industria automobilistica sono la punta dell'iceberg di vincoli di offerta globale piú diffusi che impediranno alla produzione di colmare il divario con la domanda di beni, soprattutto visto che quest'ultima è destinata ad essere spinta dall'ultimo round di stimoli", puntualizza l'esperto.

La battuta d'arresto di febbraio della produzione industriale statunitense è solo temporanea poichè gli ordini rimangono forti, alimentati da scorte basse, e consumatori e aziende sono in una posizione forte per spendere, prosegue Sarah House, economista di Wells Fargo. Tuttavia i colli di bottiglia della catena di approvvigionamento sono destinati a frenare il ritmo generale dell'attivitá nei prossimi mesi poichè la domanda cresce piú rapidamente della capacitá produttiva. "La velocitá massima per la produzione è fissata da un governatore: il movimento delle catene di approvvigionamento globali. Le aziende possono aumentare la produzione solo quando hanno gli input di cui hanno bisogno", conclude l'esperta.

Le vendite al dettaglio e la produzione industriale negli Stati Uniti si sono contratte a febbraio, ma "fattori temporanei sono responsabili dei declini. Continua la forte ripresa economica", affermano infine Christoph Balz e Bernd Weidensteiner, economisti di Commerzbank.

Sempre sul fronte macroeconomico i prezzi import Usa sono poi cresciuti dell'1,3% a livello mensile a febbraio. Il dato è in linea con il consenso degli economisti. I prezzi delle importazioni al netto dei prodotti petroliferi, sempre nel mese di febbraio, sono invece saliti dello 0,5% su base mensile.

L'indice Nahb sull'andamento del mercato immobiliare statunitense nel mese di marzo si è attestato a 82 punti, in calo rispetto al dato di febbraio a quota 84 punti. La lettura è inferiore a quanto atteso dal consenso degli economisti, a 83 punti.

Infine le scorte delle imprese negli Usa, in termini destagionalizzati, sono aumentate dello 0,3% a livello mensile a gennaio. Il consenso degli economisti contattati dal Wall Street Journal si aspettava una lettura in crescita dello 0,3% m/m.

alb

alberto.chimenti@mfdowjones.it

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March 16, 2021 12:56 ET (16:56 GMT)