MILANO (MF-DJ)--Wall Street continua a trattare un rialzo, con l'S&P 500 che ha superato per la prima volta quota 4.000 punti dopo che il presidente Usa Joe Biden ha alzato il velo sul piano infrastrutturale. Bene in particolare il comparto tecnologico grazie al ritorno della calma sull'obbligazionario. Il Dow Jones sale dello 0,43%, l'S&P 500 dello 0,91% e il Nasdaq Composite dell'1,52%. Sul fronte macro, solidi i numeri dell'Ism, con il manifatturiero Usa che continua a correre.

"L'attesa presentazione del piano infrastrutturale da parte di Biden non ha scaldato piú di tanto gli animi del mercato anche se, rispetto alle indiscrezioni degli ultimi giorni, il piano risulta essere sviluppato in due parti", fanno notare gli strategist di Mps Capital Services.

"La prima, American Jobs Plan, che è stato presentato ieri, prevede investimenti per circa 2.250 miliardi di dollari concentrati soprattutto su infrastrutture quali strade, ponti, rete elettrica ed idrica; la seconda, American Families Plan, che il presidente presenterá in questo mese di aprile, potrebbe aggiungere ulteriori 2.000 mln, secondo le indiscrezioni di stampa", spiegano gli esperti.

"Il piano, come anticipato nei giorni scorsi, verrá finanziato con un aumento della corporate tax dal 21% al 28% a cui si aggiunge anche una riforma volta ad evitare l'elusione fiscale da parte delle aziende multinazionali Usa in Stati esteri. Quest'ultimo aspetto risulta di particolare interesse, visto che è una tematica che potrebbe trovare l'appoggio della Ue ed avere un certo impatto sulle Big del settore tech a tendere", concludono da Mps Capital Services.

Sul fronte macroeconomico, le richieste settimanali di sussidi di disoccupazione negli Stati Uniti (dato destagionalizzato) sono aumentate di 61.000 unitá a quota 719.000. Il consenso raccolto dal Wall Street Journal si attendeva un dato a quota 675.000 unitá. Il numero di sussidi continuativi al 13 marzo, infine, è sceso di 46.000 unitá a quota 3,794 mln.

Le richieste settimanali di sussidi di disoccupazione negli Stati Uniti continueranno a diminuire con una maggiore distribuzione di vaccini e un'ulteriore riapertura del settore dei servizi ad alta intensitá di lavoro, rassicura Thomas Simons, economista di Jefferies. L'aumento delle richieste di questa settimana "sembra piú idiosincratico che altro", puntualizza l'esperto, poichè quasi la metá dell'incremento è arrivato dalla Virginia e circa un quarto dal Kentucky. "Potrebbe essere stato il risultato di una sorta di evento una tantum", conclude Simons.

Il Pmi manifatturiero degli Stati Uniti, nella lettura finale di marzo, si è poi attestato a 59,1 punti, al di sopra dei 58,6 di febbraio e marginalmente al di sopra del preliminare a quota 59. Il dato, puntualizzano gli economisti di Ihs Markit, è sul massimo della serie storica.

Bene inoltre l'indice Ism manifatturiero degli Usa che si è attestato a 64,7 punti a marzo, in rialzo rispetto ai 60,8 di febbraio e al di sopra delle attese del consenso degli economisti a 61 punti. Sempre a marzo, il sotto-indice sull'occupazione è salito a 59,6 punti dai 54,4 di febbraio. Anche quello relativo ai nuovi ordini ha registrato un aumento a 68 punti dai 64,8 del mese precedente. Infine il sotto-indice dei prezzi è sceso a 85,6 punti rispetto agli 86 di febbraio.

L'attivitá manifatturiera negli Stati Uniti si è espansa a un ritmo accelerato a marzo, raggiungendo livelli visti l'ultima volta nel dicembre del 1983. La lettura è notevole, ma probabilmente non durerá per due ragioni, afferma Ian Shepherdson, capo economista di Pantheon Macroeconomics. In primo luogo, il picco dell'indice arriva immediatamente dopo l'approvazione dell'American Rescue Plan Act, che ha iniettato 1.900 miliardi di dollari nell'economia, principalmente quest'anno, in un contesto di forte rimbalzo ciclico del settore manifatturiero. In secondo luogo, i Pmi cinesi hanno chiaramente perso slancio di recente. "Tuttavia, dobbiamo aspettarci una forte crescita della produzione manifatturiera e dell'occupazione almeno nei prossimi mesi", conclude Shepherdson.

Infine le spese per costruzioni negli Usa a febbraio, in base ai dati destagionalizzati, sono calate dello 0,8% rispetto a gennaio. Il dato è migliore di quello atteso dal consenso degli economisti che si aspettavano una discesa dello 1% m/m.

Domani poi, "quando gli investitori potrebbero essere lontani dalle loro scrivanie in gran parte dell'Europa e altrove, verranno diffusi i dati sui payroll Usa. Il report sull'occupazione statunitense è sempre osservato attentamente e, seguendo il pattern dell'anno scorso, con la ripresa dell'attivitá economica, il ritmo della creazione di posti di lavoro potrebbe riservare dati shock e sorprese lungo la strada. Da un punto di vista statistico, alcuni mesi con piú di un milione di nuovi posti di lavoro ci sembrano abbastanza probabili", afferma Mark Dowding, Cio di BlueBay.

"Ciononostante, dubitiamo che molto cambierá la narrazione che abbiamo discusso in vista del secondo trimestre. I dati solidi implicano che i rischi per i rendimenti dei titoli di Stato sono al rialzo, anche se dopo il brusco aumento del primo trimestre sembra che qualsiasi movimento verso l'alto sará probabilmente piú lento, a meno che l'inflazione non sorprenda sostanzialmente al rialzo. Una maggiore stabilitá nei rendimenti potrebbe avvantaggiare gli asset rischiosi, anche se vediamo uno spazio relativamente limitato affinchè gli spread negli indici di credito si restringano, dato che le valutazioni sono giá piene", conclude Dowding.

alb

alberto.chimenti@mfdowjones.it

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April 01, 2021 12:08 ET (16:08 GMT)