MILANO (MF-DJ)--L'azionario Usa tratta in calo, in vista di una settimana intensa di decisioni delle banche centrali nelle principali economie mondiali: Federal Reserve, Banca Centrale Europea, Bank of England e Bank of Japan.

Il Dow Jones scende dello 0,60% e l'S&P 500 dello 0,33%. Il Nasdaq Composite perde lo 0,2%.

In particolare è attesa la reazione della Fed dopo che la lettura di novembre sull'inflazione Usa hanno mostrato che i prezzi al consumo sono aumentati a novembre al tasso annuale piú rapido dal 1982.

"Riteniamo che i mercati possano continuare a sostenere una lettura dell'inflazione più elevata, sebbene la volatilità aggiuntiva rimanga un rischio. Con la politica della Fed che rimane relativamente accomodante, il contesto per le azioni è ancora positivo e favoriamo i vincitori della crescita globale", ha affermato Mark Haefele, chief investment officer di UBS Global Wealth Management.

Ci si aspetta che la Fed acceleri il ritmo con cui sta riducendo il

volume di acquisti del Qe e segnali che alzerá i tassi di interesse il

prossimo anno per frenare l'inflazione.

Gregory Perdon, co-chief investment officer di Arbuthnot Latham, ha affermato di aspettarsi che le azioni continuino a salire anche se la Fed inasprisce la politica monetaria. "Il classico playbook prevede rialzi dei tassi e calo delle azioni", ha detto Perdon. "La realtá è che c'è così tanta liquiditá lá fuori, c'è così tanta domanda per ottenere un ritorno sugli asset che alla fine avremmo dovuto avere un inasprimento molto piú aggressivo per battere le azioni".

Nel frattempo, l'economia globale continuerá a riprendersi dallo shock indotto dalla pandemia nel 2022 e si prevede un'espansione del 4,2%, afferma Erik F. Nielsen, capo economista del gruppo di UniCredit. La previsione è inferiore all'espansione del 4,6% stimata in precedenza, poichè è probabile che strozzature piú gravi e piú durature dell'offerta e un'inflazione piú elevata rallentino la crescita. Tuttavia, le prospettive sono soggette a molte incertezze come l'evoluzione della pandemia di Covid-19, le tensioni sul lato dell'offerta, i prezzi dell'energia, il comportamento delle banche centrali e l'aumento dei rischi geopolitici, spiega Nielsen. "Entreremo nel 2022 con piú incognite - dall'economia, alla politica e alle politiche, ai mercati - di quante io ricordi di aver mai affrontato nei miei quasi 40 anni come economista", conclude Nielsen.

lus

(END) Dow Jones Newswires

December 13, 2021 10:23 ET (15:23 GMT)