MILANO (MF-DJ)--Wall Street in rosso con netti cali sul comparto tecnologico su cui pesa l'andamento dell'obbligazionario Usa. Il mercato sta prezzando, in ritardo, il messaggio più falco della Fed.

I rendimenti dei Treasury continuano a salire mentre gli investitori si liberano del debito pubblico degli Stati Uniti in vista dell'inasprimento monetario che dovrebbe iniziare a novembre. La corsa dei costi di finanziamento sta affossando soprattutto il comparto tecnologico con il Nasdaq Composite in rosso del 2,51%. Giú anche il Dow Jones (-1,5%) e l'S&P 500 (-1,94%).

I movimenti di mercato di oggi mostrano che gli investitori si stanno adeguando all'ultima comunicazione piú aggressiva della Fed, afferma Giles Coghlan del broker Hycm. "La reazione iniziale alla Fed è stata molto tranquilla ma oggi stiamo iniziando a vedere tutti i mercati in riga". Il rendimento del Treasury decennale sale all'1,54%, livello che non si vedeva da giugno, mentre le azioni e l'oro scendono e il dollaro si rafforza. "Questo è fondamentalmente un cambiamento di politica dalla Fed e questo è quello che dovremmo vedere, questo è quello che sarebbe dovuto accadere dopo quel cambiamento", puntualizza Coghlan.

Per Deutsche Bank i timori sull'inflazione e il dramma del tetto del debito statunitense sono i fattori alla base dell'aumento dei rendimenti dei Treasury. "Le mosse dei rendimenti dei Treasury sono state quasi interamente guidate da breakeven di inflazione piú elevati", puntualizzano gli esperti, ricordando inoltre che "siamo a meno di 72 ore di distanza da un potenziale shutdown del Governo degli Stati Uniti".

"Stiamo superando il nostro target all'1,5% e questo dovrebbe continuare a pesare sui mercati azionari per un giorno circa", afferma Sebastien Galy di Nordea. "Mentre Powell sottolinea che il test dell'inflazione è soddisfatto e il test dell'occupazione è quasi soddisfatto per il tapering, il mercato passerá alle aspettative di inflazione".

"È probabile che l'inflazione rimanga alta nei prossimi mesi prima di moderarsi" affermerá il presidente della Federal Reserve Jerome Powell al Congresso in un'udienza attesa per oggi. Nel testo preparato si legge che l'impennata dell'inflazione dovuta alle strozzature della catena di approvvigionamento e ad altre sfide legate alla riapertura dell'economia "è stata maggiore e piú duratura del previsto", ma questi fattori "si ridurranno e mentre lo fanno, l'inflazione dovrebbe tornare indietro verso" l'obiettivo del 2% della Fed.

Powell riconosce però che ci sono rischi legati al fatto che le pressioni sui prezzi siano piú alte del previsto o piú durature. La Fed alzerebbe i tassi di interesse "se l'aumento dell'inflazione dovesse diventare una seria preoccupazione".

Prosegue intanto "la disputa sul bilancio tra Democratici e Repubblicani. Dopo che il tentativo di ieri è fallito, è probabile che giovedì venga fatto un nuovo sforzo. Senza una misura di finanziamento tampone, venerdì incombe lo shutdown del Governo e senza un aumento del tetto del debito il Governo degli Stati Uniti andrebbe in default nelle prossime settimane", avvertono gli economisti di Commerzbank.

Sul fronte macroeconomico infine l'indice S&P/Case-Shiller dei prezzi delle case nelle 20 maggiori cittá degli Usa è salito dell'1,5% a livello mensile ed è aumentato del 19,9% a livello tendenziale a luglio.

L'indice riferito alle 10 maggiori cittá è invece salito dell'1,3% m/m e del 19,1% a/a.

L'indice sulla fiducia dei consumatori negli Usa si è poi attestato a settembre a 109,3 punti, in calo rispetto ai 115,2 di agosto e al di sotto del consenso a 114,5 punti. L'indice relativo alle aspettative si è attestato a 86,6 punti, mentre quello sulla situazione attuale è sceso a 143,4 punti.

La fiducia dei consumatori negli Stati Uniti è ulteriormente diminuita a settembre, ma gli americani stanno mostrando resilienza e continuano a spendere, afferma Jonathan Silver, fondatore e Ceo di Affinity Solutions. I dati della societá mostrano che la spesa nelle prime settimane di settembre è aumentata del 16% rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente, sfidando le prospettive piú deboli suggerite dai livelli di fiducia dei consumatori contenuti. "Con le continue paure legate alla variante Delta, alla tensione finanziaria e alla mancanza di posti di lavoro, la fiducia dei consumatori sembra indebolirsi, ma le persone hanno continuato a spendere. È un paradosso che molto probabilmente può essere attribuito alla stanchezza da Covid-19".

alb

alberto.chimenti@mfdowjones.it

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September 28, 2021 12:47 ET (16:47 GMT)