MILANO (MF-DJ)--Wall Street ha perso quota dopo l'avvio in rialzo in scia alla lettura più debole delle attese dell'inflazione Usa che, inizialmente, ha fatto tirare un sospiro di sollievo al mercato. Guardano lo spaccato del dato emerge però che le pressioni inflative restano forti, con il tapering comunque sempre più vicino. Il Dow Jones cede ora lo 0,46% e l'S&P 500 lo 0,2%. Il Nasdaq Composite resiste in rialzo dello 0,09%.

L'inflazione negli Stati Uniti è cresciuta dello 0,3% a livello mensile ad agosto ed è salita del 5,3% su base annuale (+0,4% m/m il consenso).

L'indice dei prezzi al consumo core, attentamente monitorato dalla Fed, è salito dello 0,1% a livello congiunturale ed è aumentato del 4% a/a (+0,3% m/m il consenso). I prezzi dell'energia, sempre ad agosto, sono saliti del 2%, mentre quelli dei generali alimentari sono aumentati dello 0,4%.

I tassi di inflazione annuale sembrano aver superato il picco, ma con il progredire della ripresa le pressioni sui prezzi del collo di bottiglia rimarranno elevate, mantenendo l'inflazione in molte categorie di beni fondamentali al di sopra delle tendenze pre-pandemia, sottolineano da Barclays.

La moderazione dell'inflazione negli Stati Uniti ad agosto supporta l'opinione della Fed secondo cui buona parte del recente aumento dei prezzi è dovuto agli effetti straordinari derivanti dalla crisi dovuta al Covid-19 e dai colli di bottiglia temporanei, afferma l'economista senior di Commerzbank, Bernd Weidensteiner. La dinamica dei prezzi è rallentata in modo significativo, ma si prevede che la situazione non si normalizzerá fino al prossimo anno, con il tasso di inflazione che non scenderá al di sotto del 3% fino a metá del 2022. "Per la Fed gli ultimi dati sui prezzi sono un sollievo, in quanto non supportano le richieste di un'accelerazione significativa della svolta della politica monetaria", puntualizza Weidensteiner. Commerzbank prevede che la Fed decida di ridurre i suoi acquisti di obbligazioni prima della fine dell'anno e di aumentare i tassi di interesse nel 2023.

I dati sull'inflazione Usa di agosto non risolvono il dibattito su come le pressioni inflazionistiche transitorie possano rivelarsi, aggiunge il capo economista della Regions Financial Corporation Richard F. Moody. L'evoluzione dei dati nei prossimi mesi renderá piú chiaro il quadro, ma fino ad allora coloro che ritengono sistematicamente le pressioni inflazionistiche come transitorie potrebbero non riconoscere il potenziale danno che tali possono scatenare, avverte Moody.

Anche se linflazione degli Stati Uniti di agosto ha sorpreso al ribasso, è improbabile che la lettura alteri la linea temporale del tapering della Fed, conferma il capo economista di Jefferies, Aneta Markowska. Nonostante la leggera moderazione di agosto, i prezzi stanno crescendo ancora ben al di sopra del 2% e le continue pressioni nella catena di approvvigionamento e l'inflazione immobiliare indicano ancora rischi al rialzo nei prossimi mesi, puntualizza Markowska. Jefferies prevede che l'inflazione core rimarrá ben al di sopra del 4% fino a febbraio 2022.

Il diavolo sta nei dettagli e "quello che vediamo è che la pressione inflazionistica ciclica continua a crescere", concludono da Capital Economics. "Quest'ultima è ciò di cui la Fed dovrebbe essere davvero preoccupata, poichè significa che l'inflazione core rimarrá al di sopra dell'obiettivo per il prossimo futuro".

alb

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September 14, 2021 12:51 ET (16:51 GMT)