Dopo mesi di precipitazioni inferiori alla media, la carenza d'acqua sta colpendo le aree centrali dell'isola mediterranea, danneggiando la coltivazione di arance, che rappresenta il 65% della produzione italiana di questo frutto.
"La Sicilia sta vivendo una delle peggiori stagioni immaginabili dal punto di vista climatico... il rischio di desertificazione è ormai concreto", hanno dichiarato due associazioni di coltivatori di arance locali in un documento congiunto.
La produzione agricola in tutta Italia si è ridotta lo scorso anno, poiché la produzione di vino, frutta e olio d'oliva è stata colpita da eventi meteorologici estremi legati al cambiamento climatico.
Il documento chiede un'azione urgente per alleviare l'impatto della siccità, come il potenziamento delle dighe e dei bacini idrici siciliani, la riduzione delle perdite dalle condutture idriche e procedure più semplici per gli agricoltori per individuare e prelevare l'acqua in modo indipendente.
Tra le altre richieste, il rimborso di alcune tasse locali pagate dai coltivatori di arance per i servizi offerti lo scorso anno a causa della siccità, sconti sulle bollette dell'elettricità e del gasolio e una riforma del sistema assicurativo per offrire una maggiore copertura per i raccolti danneggiati.
Il documento sarà presentato alle istituzioni nazionali e regionali incaricate di gestire la crisi idrica, che secondo le associazioni minaccia "la sopravvivenza dell'agrumicoltura siciliana".