ROMA (MF-DJ)--L'Istat ha rivisto al rialzo di 0,1 punti percentuali la

crescita del Pil nel 2021 che si è quindi attestata al 6,7% (rispetto

alla stima di aprile 2022), a fronte di un calo del 9% nel 2020. Il rapporto tra deficit e Pil è stato pari al 7,2% (confermata la stima), in miglioramento rispetto al 9,5% del 2020, soprattutto grazie al buon andamento delle entrate e del più contenuto aumento delle uscite. Il saldo primario (indebitamento netto meno la spesa per interessi) è pari a

-3,7% del Pil.

Nel dettaglio, il Pil ai prezzi di mercato risulta pari a 1.782.050 milioni di euro correnti, con una revisione al rialzo di 6.614 milioni rispetto alla stima di aprile scorso. Per il 2020 il livello del Pil risulta rivisto verso l'alto di 3.660 milioni di euro.

Dal lato della domanda, a trainare la crescita del Pil è stata soprattutto la domanda interna, mentre la domanda estera e la variazione

delle scorte hanno fornito contributi molto piú limitati. Dal lato

dell'offerta di beni e servizi, si confermano la contrazione in

agricoltura e gli aumenti consistenti del valore aggiunto nelle attivitá

industriali e nella maggior parte dei comparti del terziario.

Gli investimenti fissi lordi sono aumentati in volume del 16,5%, i

consumi finali nazionali del 4,2%, le esportazioni di beni e servizi del

13,4% e le importazioni del 14,7%. Il valore aggiunto in volume è

aumentato dell'11,5% nell'industria in senso stretto, del 21,6% nelle

costruzioni e del 4,7% nel settore dei servizi, mentre è diminuito

dell'1,3% nel settore dell'agricoltura, silvicoltura e pesca.

Il reddito disponibile delle famiglie consumatrici ha segnato un aumento del 3,7% in valori correnti e del 2,1% in termini di potere d'acquisto. Il contestuale aumento dei consumi privati (+6,9%), ha generato una flessione della propensione al risparmio delle famiglie passata al 13,1% dal 15,6% del 2020. Per l'insieme delle imprese la

quota di profitto è pari al 41% e il tasso di investimento è pari al

23,1%.

I dati sul Pil 2021, sottolinea l'Unione nazionale consumatori, sono "apparentemente positivi, ma di un mondo che non c'è più. Non solo sono superati, ma appartengono a una diversa era geologica, prima dello scoppio dalla guerra in Ucraina, del caro gas e dell'inflazione alle stelle, che sta decapitando il potere d'acquisto delle famiglie". Nel 2021, prosegue l'associazione, era "inevitabile un rimbalzo rispetto all'anno buio dei lockdown. Scontato, quindi, che la spesa delle famiglie residenti, che rappresenta quasi il 60% del Pil, il 58,2%, salisse in modo consistente, +5,2% in volume, dando un contributo del 3% alla crescita del Pil. Ma se rispetto al 2020 la spesa delle famiglie in valori concatenati è salita di 48,075 mld, nel confronto con il 2019, ossia con i dati pre-pandemia, è ancora inferiore di 59,365 mld. Insomma, non siamo nemmeno a metà percorso rispetto al recupero che il Paese deve fare".

vs

fine

MF-DJ NEWS

2311:00 set 2022


(END) Dow Jones Newswires

September 23, 2022 05:01 ET (09:01 GMT)