LONDRA (Reuters) - I prezzi del petrolio guadagnano terreno, mentre gli investitori attendono l'esito dei colloqui commerciali tra Stati Uniti e Cina e la fornitura di greggio dell'Arabia Saudita alla Cina è destinata a diminuire leggermente.
Intorno alle ore 11,40 italiane i futures sul Brent scambiano in rialzo di 30 centesimi, o dello 0,5%, a 67,34 dollari il barile. Il greggio statunitense West Texas Intermediate guadagna 28 centesimi, o lo 0,4%, a 65,57 dollari il barile.
Ieri il Brent è salito a 67,19 dollari, ai massimi dal 28 aprile, sostenuto dalla prospettiva di un accordo commerciale tra Stati Uniti e Cina.
I colloqui commerciali tra Stati Uniti e Cina proseguono per un secondo giorno a Londra, mentre i funzionari di alto livello tentano di allentare le tensioni che si sono estese dai dazi alle restrizioni sulle terre rare, con il rischio di interruzioni della catena di approvvigionamento globale e di rallentamento della crescita.
I prezzi sono rimbalzati perché i timori sulla domanda sono diminuiti grazie ai colloqui commerciali tra Washington e Pechino e ai dati favorevoli sull'occupazione negli Stati Uniti, anche se ci sono rischi per l'offerta nordamericana a causa degli incendi in Canada, in base a una nota di Goldman Sachs.
Saudi Aramco spedirà circa 47 milioni di barili in Cina a luglio, in base a un calcolo delle assegnazioni ai raffinatori cinesi, 1 milione di barili in meno rispetto al volume assegnato a giugno, secondo quanto riferito da Reuters.
L'Opec+, che pompa circa la metà del petrolio mondiale, ha presentato piani per un aumento di 411.000 barili al giorno per luglio, cercando di recuperare quote di mercato e di punire i produttori in eccesso. L'Opec+ si appresta ad annullare i tagli alla produzione per il quarto mese consecutivo.
Un sondaggio Reuters ha rilevato che la produzione di petrolio dell'Opec+ è aumentata a maggio, anche se l'incremento è stato limitato in quanto l'Iraq ha pompato al di sotto del target per compensare una precedente sovrapproduzione e l'Arabia Saudita e gli Emirati Arabi Uniti hanno effettuato aumenti inferiori a quelli consentiti.
(Tradotto da Enrico Sciacovelli, editing Stefano Bernabei)