LONDRA (Reuters) - Le quotazioni del greggio scivolano anche oggi, estendendo il sell-off innescato ieri dalle elezioni presidenziali statunitensi, con un dollaro più forte e minori importazioni in Cina che hanno bilanciato i rischi per l'offerta derivanti dalla presidenza di Trump e dai tagli alla produzione causati dall'uragano Rafael.

La vittoria elettorale di Trump ha dato il via a una ondata di vendite che ha fatto scendere i prezzi del greggio di oltre 2 dollari, mentre il biglietto verde guadagnava terreno. I prezzi del greggio hanno poi ridotto le perdite per attestarsi su un calo inferiore all'1% alla fine della seduta di ieri.

Intorno alle 11,55, i futures sul greggio Brent scambiano in ribasso di 55 centesimi a 74,37 dollari al barile. Il greggio statunitense West Texas Intermediate (WTI) scivola di 61 centesimi a 71,08 dollari.

Un'ulteriore pressione al ribasso arriva da dati che mostrano che le importazioni di greggio in Cina siano calate del 9% a ottobre, il sesto mese consecutivo di calo su base annua.

Si prevede che Trump reimporrà una "politica di massima pressione" delle sanzioni sulle esportazioni di greggio iraniano. Secondo le stime di Energy Aspects, ciò potrebbe ridurre l'offerta di ben 1 milione di barili al giorno (Bpd).

Anche i tagli attuali dell'offerta sostengono il greggio. Nel Golfo del Messico, circa il 17% della produzione di greggio, pari a 304.418 barili al giorno, è stata sospesa in seguito all'uragano Rafael, secondo l'Us Bureau of Safety and Environmental Enforcement.

(Tradotto da Claudio Leonel Piacquadio, editing XXX)