(Reuters) - I prezzi del greggio interrompono il loro rally, ma rimangono vicini ai massimi di quattro mesi, con l'attenzione del mercato concentrata sull'impatto delle nuove sanzioni statunitensi sulle esportazioni di petrolio russo verso i principali acquirenti India e Cina.

Intorno alle 12,25 italiane, i futures sul Brent scivolano di 40 centesimi, o dello 0,5%, a 80,61 dollari il barile, mentre il greggio statunitense West Texas Intermediate (WTI) perde 43 centesimi, o lo 0,55%, a 78,39 dollari il barile.

I prezzi sono balzati del 2% ieri dopo che venerdì scorso il Dipartimento del Tesoro degli Stati Uniti ha imposto sanzioni a Gazprom Neft e Surgutneftegas, nonché a 183 navi che trasportano petrolio come parte della cosiddetta "flotta ombra" di petroliere russe.

"Con diverse nazioni che cercano forniture alternative di carburante per adattarsi alle sanzioni, potrebbero esserci ulteriori progressi in vista, anche se i prezzi dovessero correggere un po' più in basso se i dati dell'inflazione statunitense di domani dovessero essere più alti del previsto", ha detto Charalampos Pissouros, analista senior degli investimenti presso il broker XM.

L'indice dei prezzi alla produzione (Ppi) degli Stati Uniti sarà pubblicato oggi alle ore 14,30 italiane, seguito dall'indice dei prezzi al consumo (Cpi) domani alla stessa ora.

Anche se gli analisti prevedono ancora un impatto significativo sui prezzi delle forniture di petrolio russo a causa delle nuove sanzioni, il loro effetto sul mercato fisico potrebbe essere meno pronunciato di quanto i volumi coinvolti potrebbero suggerire.

L'incertezza sulla domanda da parte del principale acquirente, la Cina, potrebbe smorzare l'impatto della restrizione dell'offerta. Secondo i dati ufficiali di ieri, le importazioni di greggio della Cina sono diminuite nel 2024 per la prima volta in due decenni, ad eceezione della pandemia di Covid-19.

(Tradotto da Enrico Sciacovelli, editing Stefano Bernabei)