BERNA (awp/ats/awp) - I salari e i bonus per i vertici delle grandi imprese svizzere sono tornati a salire lo scorso anno. Sebbene le retribuzioni milionarie siano oggetto di critiche nel grande pubblico, gli azionisti continuano a darvi il loro via libera.

Per l'esercizio 2023, 17 delle 23 aziende rappresentate nello Swiss Leader Index (SLI) che hanno già pubblicato il loro rapporto annuale - su un totale di 29 - hanno pagato i loro CEO più dell'anno precedente. In media, i loro stipendi e bonus sono aumentati del 3,3% rispetto all'anno precedente, secondo un'analisi dell'agenzia di stampa finanziaria AWP.

Si conferma così la tendenza di un aumento costante dei bonus osservata negli ultimi anni e interrotta solo nel 2022, quando i bassi corsi borsistici hanno ridotto il valore delle azioni distribuite.

Il manager meglio retribuito è stato Vasant Narasimhan: il dirigente 47enne americano di origine indiana alla testa di Novartis ha incassato 16,25 milioni di franchi. Si tratta della cifra più alta mai vista nei piani alti delle imprese elvetiche dal 2013, anno in cui il popolo accolse (con il 68% di sì) l'iniziativa detta "contro le retribuzioni abusive", che voleva porre un freno al lievitare di tale tipo di remunerazioni.

Come per tutti i CEO di società quotate in Borsa, la sua remunerazione consisteva in uno stipendio fisso pagato in contanti e in varie componenti di bonus. Questi ultimi sono spesso versati sotto forma di azioni e talvolta con un ritardo temporale.

Nel suo rapporto annuale Novartis spiega che lo stipendio dell'anno scorso di Narasimhan era quasi il doppio di quello del 2022 in quanto sotto la sua guida l'azienda ha raggiunto o superato tutti gli obiettivi fissati nei programmi di bonus.

La retribuzione di Sergio Ermotti, che ha ripreso il timone di UBS nell'aprile dello scorso anno dopo l'acquisizione d'emergenza del Credit Suisse, non è stata molto inferiore: il ticinese ha ricevuto 14,4 milioni di franchi per i suoi nove mesi a capo della grande banca. Di questi, 2,1 milioni erano stipendio fisso, mentre 12,3 facevano parte delle componenti variabili.

L'ammontare della remunerazione del CEO di UBS è stato criticato anche da politici borghesi: il presidente del PLR Thierry Burkart ha recentemente affermato in un'intervista che stipendi così alti per i dirigenti, ottenuti grazie a una garanzia statale, sono "semplicemente una sberla" per i "normali" lavoratori. Allo stesso tempo il consigliere agli Stati argoviese ha sottolineato che in ultima analisi sono i proprietari a decidere quale sia la retribuzione corretta per le prestazioni dei manager.

Tra i proprietari, ovvero gli azionisti, sembra esserci un ampio consenso sull'adeguatezza dell'attuale remunerazione dei CEO: quando le assemblee generali delle grandi imprese votano sui modelli di bonus per il management, i tassi di approvazione solitamente sono ben superiori al 90%. Nelle votazioni retrospettive sui rapporti di remunerazione la quota di favorevoli è di solito leggermente inferiore, ma comunque ben superiore all'80%.

D'altra parte, le aziende traggono conseguenze di propria iniziativa se la loro performance è stata debole (o peggio). Ad esempio, il bonus di Philipp Rickenbacher è stato cancellato. Egli era a capo della banca Julius Bär e si è dimesso all'inizio di febbraio a causa delle perdite legate all'impero immobiliare Signa di René Benko. Con 1,7 milioni di franchi ha ricevuto un compenso totale inferiore di oltre il 70% rispetto al 2022.

Per il confronto e l'analisi delle remunerazioni dei CEO sono state prese in considerazione le informazioni sui salari e sui bonus pubblicate nei rapporti annuali e, ove necessario, sono stati uniformati diversi metodi di valutazione.

Delle 29 società quotate nello SLI (per un totale di 30 titoli visto che Roche è presente con un'azione al portatore e con un buono di partecipazione), alcune non hanno ancora pubblicato i loro rapporti sulle retribuzioni per l'anno scorso. Si tratta di Logitech, Richemont, Swiss Life e Sonova.

Anche Schindler e Sandoz non sono state incluse nell'analisi: il costruttore di scale mobili e ascensori non ha attualmente un CEO e il presidente del Consiglio d'amministrazione Silvio Napoli gestisce la società con un doppio mandato, mentre il produttore di farmaci generici è quotato in Borsa come società indipendente solo dall'autunno, motivo per cui i dati pubblicati non sono ancora confrontabili con quelli di altre società.