MILANO (MF-DJ)--Le incertezze economiche e geopolitiche hanno pesato sui mercati finanziari e questo rende ancora più urgente proseguire con le iniziative per favorire la creazione di un mercato unico dei capitali.

"L'incertezza che caratterizza ormai da tempo gli sviluppi geopolitici ed economici a livello globale si è riflessa sui mercati finanziari, che hanno segnato forti perdite. In Europa le tensioni risentono anche dello spessore relativamente contenuto di alcuni segmenti di mercato, soprattutto nel confronto con quelli statunitensi, nonchè di una ancora elevata frammentazione lungo i confini nazionali, in particolare nel caso delle attivitá al dettaglio", ha affermato Ignazio Visco, Governatore della Banca d'Italia, nel suo intervento al 29* congresso Assiom Forex in corso a Milano.

"Le proposte legislative in materia di diritto fallimentare delle imprese, di quotazione - in particolare delle piccole e medie imprese - sui mercati regolamentati e di riduzione della dipendenza da controparti centrali di paesi terzi per l'attivitá di clearing, presentate dalla Commissione europea alla fine dello scorso anno nell'ambito delle iniziative per l'unione del mercato dei capitali, sono passi nella giusta direzione".

"È necessario procedere lungo questa strada", ha proseguito Visco, "così da promuovere lo sviluppo dei mercati, favorire l'integrazione e rendere maggiormente diversificate le fonti di finanziamento dell'economia europea, rafforzandone la capacitá di reagire a shock avversi".

Visco, poi, sulle mosse delle banche centrali e i relativi riflessi sui mercati ha sottolineato che la svolta nell'orientamento della politica monetaria avviata dal dicembre 2021 è stata indispensabile. Il Consiglio aveva risposto con misure straordinariamente espansive sia alle pressioni deflazionistiche dovute alla crisi finanziaria globale e a quella dei debiti sovrani dell'area dell'euro, sia ai rischi connessi con la pandemia. Con il venir meno di questi fattori, il ritorno a valori piú equilibrati dei tassi ufficiali e della liquiditá era inevitabile. Dalla fine del 2021 i rincari dell'energia, in precedenza graduali, si sono accentuati e protratti nel tempo a causa dell'invasione russa dell'Ucraina; si è quindi reso necessario accelerare la normalizzazione della politica monetaria, ma essa non era certo inattesa.

Dall'avvio della fase di progressiva riduzione dell'accomodamento monetario i tassi di interesse (overnight index swaps) a un anno sono saliti da livelli negativi al 3,3 per cento; quelli a dieci anni da valori appena positivi al 2,6. In termini reali, utilizzando come deflatore i rendimenti dei contratti legati all'inflazione, essi sono oggi rispettivamente pari a circa lo 0,9 e lo 0,3 per cento, dai valori negativi, di circa il 4 e il 2 per cento, di fine 2021. L'azione restrittiva può ora proseguire con la giusta cautela, valutando con attenzione le implicazioni per l'economia e le prospettive d'inflazione delle misure giá adottate e delle osservazioni relative all'evoluzione delle loro determinanti.

fus


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February 04, 2023 06:58 ET (11:58 GMT)