MILANO (MF-DJ)--La pandemia continua ad abbattersi sul Made in Italy. Secondo i dati rilasciati da Milano Unica, al via ieri in formato digitale per la sua 32esima edizione, il bilancio 2020 della tessitura italiana risente in maniera significativa del contraccolpo del Covid-19 e del conseguente raffreddamento della domanda sia estera sia interna. Le stime preliminari elaborate dal centro studi di Confindustria moda per Smi evidenziano infatti, come avvenuto per gran parte dei comparti della filiera tessile-moda, una contrazione della tessitura senza precedenti, stimata al -27,4%; il fatturato scende a meno di 5,5 miliardi di euro, perdendo oltre due miliardi in dodici mesi.

La tessitura, ad ogni modo, scrive MFF,concorre al 12,3% del fatturato generato dal complesso della filiera, quota lievemente in calo rispetto allo scorso anno. I diversi comparti monitorati dal centro studi hanno tutti perso tra il 25% e il 30%. L'unico segmento che ha sperimentato una dinamica di relativamente minor intensità è la tessitura a maglia, che dovrebbe archiviare una variazione nell'ordine del -15,5%. Il valore della produzione risulta caratterizzato da un'evoluzione altrettanto negativa, che conduce a prevedere un calo almeno del -28,3%.

Cala anche l'occupazione. Come noto, le aziende hanno fatto ampio ricorso alla cassa integrazione Covid-19 nell'ultimo anno e a tutte le altre misure messe in campo per fronteggiare l'emergenza. A latere, dall'indagine condotta da Confindustria moda su un panel di aziende associate a Smi emerge come già nel corso del 2020 una flessione nel trimestre gennaio-marzo stimato al -3,9%, seguito da contrazioni di simile portata sia nel secondo (-3,4%) sia nel terzo quarter (-3,6%).

L'export cede il -26,7% su base annua, l'import il -25,7%. Il complesso delle vendite estere passerebbe a poco più di 3 miliardi, ovvero 1,1 miliardi in meno del 2019, mentre le importazioni scenderebbero a quasi 1,4 miliardi. A fronte del suddetto andamento, la bilancia commerciale di comparto assisterebbe ad una riduzione di quasi 620 milioni di euro, portandosi sui 1,6 miliardi. Il surplus della tessitura dovrebbe concorrere, comunque, di un quarto al saldo commerciale della filiera. Colpita anche la domanda interna spesso rappresentata dalle griffe del lusso, che registra una flessione del -28,9%. Il forzato blocco dei consumi finali si è del resto ripercosso a ritroso lungo tutta la filiera.

Per quanto riguarda i mercati esteri, dall'indagine la germania si conferma come primo mercato di sbocco dei tessuti italiani, seguita da Cina e Hong Kong e Francia.

lde

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0408:26 feb 2021

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February 04, 2021 02:28 ET (07:28 GMT)