A pesare sui mercati oggi incide, tuttavia, anche la fine del divieto di assumere nuove posizioni corte, deciso ieri da Consob d'intesa con le altre autorità europee e che vale anche per i mercati di Austria, Belgio, Francia, Grecia e Spagna. Il divieto era stato introdotto il 17 marzo scorso, nel pieno della crisi dei mercati e qualche giorno dopo il crollo storico di Piazza Affari (-16,9% il Ftse Mib il 12 marzo), per fare fronte alla speculazioni che stavano colpendo i titoli di Borsa.

"Gli shortisti che puntano a sfruttare le discese giornaliere dei titoli oggi ne stanno approfittando proprio perché è venuto meno il divieto sulle posizioni corte", osserva un trader che sottolinea come questo stia impattando sull'andamento di diversi titoli, amplificando le discese.

Lo spread del rendimento fra i titoli di stato decennali italiani e tedeschi stringe a 211 punti base dopo la proposta di Germania e Francia di un 'recovery fund' da 500 miliardi in grado di concedere ai paesi più colpiti dalla pandemia, come l'Italia, non prestiti ma aiuti a fondo perduto, nel rispetto della normativa comunitaria.

Particolarmente pesante Telecom Italia, che cede il 6%, peggior titolo nel settore tlc europeo (-1,1% lo Stoxx) dopo i risultati del primo trimestre che il broker Banca Imi giudica "sotto le nostre e le stime di consensus fornite dalla società in termini di profittabilità e in linea in termini di debito netto adjusted". Per Equita, "il trimestre è ancora molto debole come top-line domestica", mentre Ebitda e debito netto sono in linea.

Negativa in linea con l'indice Fiat Chrysler(-1%) dopo il balzo della vigilia innescato dalla notizia dell'ingente prestito con garanzia pubblica chiesto dal gruppo. A pesare oggi i dati sulle immatricolazioni auto in Europa crollate dell'80% anno su anno con Fca che ha sottoperformato con -88%. Secondo Equita, "maggio dovrebbe migliorare per la fine del lockdown pur restando molto debole. Continuiamo a ritenere indispensabili incentivi per supportare la ripartenza". Fa peggio Ferrari con un ribasso del 2,5%.

Male il comparto oil nonostante il prezzo del greggio si mantenga stabile sopra 34 dollari al barile. A prevalere i realizzi amplificati anche dall'effetto short: Eni cede l'1,8%, mentre TENARIS arretra del 5%. Male anche Saipem in ribasso del 3,1%.

Banche deboli che non riescono a beneficiare della contrazione dello spread. Le big Intesa Sanpaolo e Unicredit cedono rispettivamente 1,6% e 0,6%. Fa decisamente peggio Bper in contrazione del 3%. Mediobanca -0,9%.

Giù il comparto healthcare, quello che ha registrato i maggiori guadagni in questo periodo, con Diasorin in contrazione del 3,2%.

Vendite amplificate dall'attività degli "shortisti" anche per Juventus(-7,2%) sulle incertezze legate alla ripresa del campionato di calcio. Seguono Unipolsai (-6,7%), Amplifon(-5,8%), Campari(-5,4%) e Autogrill(-4,3%).

Infine sul fronte dei rialzi prosegue il buon momento dei titoli del lusso, come Ferragamo in crescita del 2,8% e Brunello Cucinelli dell'1,8%.