Piazza Affari sull'ottovolante. Ieri chiude in forte rialzo a seguito della riapertura delle attività in molti Paesi che a fatica stanno uscendo dalla fase piu dura del lockdown imposto dall'epidemia del coronavirus. Oggi, nuova marcia indietro in particolare sulle borse di Italia e Spagna a seguito del ritorno delle vendite allo scoperto che alimenta la speculazione al ribasso sui titoli.

Dalla seduta odierna non c'è più il divieto di assumere nuove posizioni corte, come annunciato ieri da Consob d'intesa con le altre autorità europee e che vale anche per i mercati di Austria, Belgio, Francia, Grecia e Spagna. Il divieto era stato introdotto il 17 marzo scorso, nel pieno della crisi dei mercati e qualche giorno dopo il crollo storico di Piazza Affari (-16,9% il Ftse Mib il 12 marzo), per fare fronte alla speculazione che stava colpendo i titoli di borsa.

"Gli shortisti che puntano a sfruttare le discese giornaliere dei titoli oggi ne stanno approfittando proprio perché è venuto meno il divieto sulle posizioni corte", osserva un trader che sottolinea come questo stia impattando sull'andamento di diversi titoli, amplificando le discese.

Nel mirino in particolare i titoli che hanno guadagnato di più a partire dallo scorso 17 marzo, come Diasorin (+74%), Amplifon (+33%), Eni (+24%) e Ferrari (+15%), secondo uno studio di Jefferies Equity Research.

Sullo sfondo resta la proposta di Germania e Francia di un 'recovery fund' da 500 miliardi in grado di concedere ai Paesi più colpiti dalla pandemia, come l'Italia, non prestiti ma aiuti a fondo perduto, nel rispetto della normativa comunitaria.

Positivo l'effetto sul debito italiano con lo spread del rendimento fra i titoli di Stato decennali italiani e tedeschi che stringe a 211 punti base.

Particolarmente pesante Telecom Italia, che cede l'8,6%, peggior titolo nel settore tlc europeo (-1,8% lo Stoxx) dopo i risultati del primo trimestre che il broker Banca Imi giudica "sotto le nostre e le stime di consensus fornite dalla società in termini di profittabilità e in linea in termini di debito netto adjusted". Per Equita, "il trimestre è ancora molto debole come top-line domestica", mentre Ebitda e debito netto sono in linea.

Dilagano le vendite anche su Fiat Chrysler (-4,8%) dopo il balzo della vigilia innescato dalla notizia dell'ingente prestito con garanzia pubblica chiesto dal gruppo. Il settore auto europeo perde l'1,9%. A pesare oggi i dati sulle immatricolazioni auto in Europa crollate dell'80% anno su anno con Fca che ha sottoperformato con -88%. Secondo Equita, "maggio dovrebbe migliorare per la fine del lockdown pur restando molto debole. Continuiamo a ritenere indispensabili incentivi per supportare la ripartenza". Ferrari perde il 2,86%.

Male il comparto oil nonostante il prezzo del greggio si sia portato sopra 35 dollari al barile. A prevalere i realizzi amplificati anche dall'effetto short: Eni cede il 3,2%, mentre Tenaris arretra del 7,7%. Male anche Saipem in ribasso del 5,9%.

Banche deboli, non riescono a beneficiare della contrazione dello spread. Le big Intesa Sanpaolo e Unicredit cedono rispettivamente il 2,8% e il 2,3%. Fa decisamente peggio Bper in contrazione del 7%. Mediobanca -2,3%. Banco Bpm perde l'8%.

Giù il comparto healthcare, quello che ha registrato i maggiori guadagni in questo periodo, con Diasorin in contrazione del 4,9%.

Vendite amplificate dall'attività degli 'shortisti' anche per Juventus (-7,3%) sulle incertezze legate alla ripresa del campionato di calcio. Seguono Unipolsai (-7,7%), Amplifon (-5%), Campari (-5,4%) e Autogrill (-6,8%). Particolarmente colpita Saras(-9,5%) da margini di raffinazione in calo "ancora penalizzati da un quadro macro sempre molto complesso dal lato della domanda", sottolinea un broker.

Più resiliente il comparto dei titoli del lusso, come Ferragamo in lieve calo e Brunello Cucinelli in salita dello 0,6%.