I futures del Brent sono saliti di 71 centesimi, o 0,96%, a $74,99 al barile alle 0600 GMT, mentre il West Texas Intermediate statunitense (WTI) è salito di 66 centesimi, o 0,94%, a $70,76, dopo due giorni consecutivi di perdite.

I mercati sono stati rassicurati dall'approvazione da parte del Congresso di un disegno di legge che sospende il tetto del debito del governo statunitense da 31,4 miliardi di dollari, nonché dai segnali precedenti di una potenziale pausa nei rialzi dei tassi da parte della Federal Reserve.

La legge è stata approvata dal Senato giovedì sera, ora statunitense, evitando un disastroso default sovrano che avrebbe scosso i mercati finanziari globali.

Il sentimento del mercato è stato sostenuto anche dai dati sulle scorte di greggio degli Stati Uniti di giovedì, forniti dall'Energy Information Administration, che hanno indicato che le importazioni di greggio sono aumentate la scorsa settimana.

L'attenzione degli investitori è ora rivolta alla riunione del 4 giugno dell'Organizzazione dei Paesi Esportatori di Petrolio e degli alleati, tra cui la Russia, denominata collettivamente OPEC+.

I ministri dei principali Paesi produttori di petrolio decideranno se ridurre ulteriormente la produzione per sostenere le entrate dei governi.

Un'ulteriore riduzione della produzione dell'OPEC+, dopo il taglio a sorpresa di 1,16 milioni di barili al giorno di aprile, sarebbe rialzista per i prezzi del greggio.

I segnali su un eventuale taglio sono stati diversi, con Reuters che ha riferito e gli analisti di banche come HSBC e Goldman Sachs che hanno indicato che ulteriori tagli alla produzione sono improbabili e che il blocco adotterà un approccio "wait and see".

Altri osservatori di mercato hanno sottolineato la debolezza dei dati manifatturieri di Cina e Stati Uniti, che rendono più probabili i tagli dell'OPEC+.

"I prezzi del petrolio si stanno stabilizzando dopo che una serie di dati manifatturieri globali deludenti hanno sostenuto la tesi che l'OPEC+ debba effettuare un altro taglio della produzione", ha dichiarato Edward Moya, analista di mercato senior presso OANDA.

Negli Stati Uniti, l'Institute for Supply Management (ISM) ha dichiarato giovedì che il suo PMI manifatturiero è sceso a 46,9 il mese scorso da 47,1 in aprile, il settimo mese consecutivo in cui il PMI è rimasto sotto la soglia di 50, indicando una contrazione dell'attività manifatturiera nel più grande consumatore di petrolio al mondo.

I dati manifatturieri della Cina hanno dipinto un quadro misto, con il PMI manifatturiero Caixin/S&P Global China di giovedì, migliore del previsto, in contrasto con i dati ufficiali del governo del giorno precedente, che hanno riportato una contrazione dell'attività manifatturiera a maggio, al livello più basso degli ultimi cinque mesi.

Tuttavia, i trader "pensano che la Russia potrebbe non attenersi necessariamente a una posizione dura sui tagli alla produzione, soprattutto perché sta lottando per impegnarsi nelle sue quotazioni", ha aggiunto Moya.