Il pesante peso delle megacapitali tecnologiche, una riunione dell'OPEC ricca di suspense nel fine settimana e ulteriori sofferenze per i consumatori e le imprese Down Under: questi sono solo alcuni dei temi che preoccupano i mercati mentre si avvicinano alla metà del 2023.

Ecco uno sguardo alla settimana che ci attende sui mercati da parte di Kevin Buckland a Tokyo, Ira Iosebashvili a New York e Dhara Ranasinghe, Karin Strohecker e Amanda Cooper a Londra.

1/IL RALLY PIÙ STRETTO DI QUESTO SECOLO

Alcuni investitori sono sempre più preoccupati per il fatto che i guadagni dell'S&P 500 sono diventati sempre più concentrati in una manciata di titoli megacap.

Il peso combinato di cinque titoli - Apple, Microsoft, Alphabet, società madre di Google, Amazon e Nvidia - rappresenta ora il 25% del valore di mercato dell'S&P 500, una tendenza recentemente amplificata dal fermento dell'AI. I dati di Deutsche Bank mostrano che l'indice S&P 500 con ponderazione uguale, un barometro dell'azione media, è in ritardo rispetto all'S&P 500 con il margine maggiore dal 1999.

Un rally guidato da una manciata di azioni solleva interrogativi sulla salute del mercato più ampio e rischia di accendere la volatilità se gli investitori abbandonano queste partecipazioni megacap.

2/PRIMI AD ENTRARE, PRIMI AD USCIRE

Le banche centrali dei mercati emergenti sono state rapide nell'inasprire la politica all'inizio del 2021, quando le pressioni sui prezzi si sono accelerate, anticipando le principali banche centrali sviluppate, compresa la Fed. Ora sembrano essere ancora una volta le prime ad uscire dai blocchi di partenza, dato che i tagli dei tassi si stanno spostando più in alto nell'agenda.

L'Ungheria è diventata la prima banca europea ad abbassare i tassi a maggio, dopo l'Uruguay, che ha dato il via al ciclo di tagli dei tassi in America Latina ad aprile, mentre lo Sri Lanka ha stupito i mercati con un taglio dei tassi di 250 punti base il 1° giugno.

Ma il quadro è misto: I responsabili politici polacchi sono visti mantenere i tassi al 6,75% martedì, anche se le aspettative per un taglio nel corso dell'anno sono in aumento. I mercati potrebbero dover aspettare fino al 2024 per l'India, dove la prossima decisione è prevista per giovedì. La Russia dovrebbe mantenere il suo tasso al 7,5% venerdì.

3/A INVITO AL GREGGIO

L'Organizzazione dei Paesi Esportatori di Petrolio e i partner hanno concordato domenica di estendere una serie di tagli alla produzione fino al 2024. L'evento attira frotte di giornalisti da tutto il mondo, che si contendono la posizione in fondo a diverse rampe di scale presso la segreteria dell'OPEC, che salgono di corsa per entrare nella mischia stampa pre-riunione.

La lettura delle rune era già difficile e l'Arabia Saudita, il più grande esportatore del gruppo, ha inaspettatamente fornito un taglio profondo alla propria produzione. Il Ministro dell'Energia saudita, Principe Abdulaziz, ha dichiarato in una conferenza stampa che la riduzione era "un lecca-lecca saudita". "Volevamo glassare la torta. Vogliamo sempre aggiungere suspense", ha detto.

Per aumentare la suspense in vista del fine settimana, il gruppo ha vietato a diverse importanti organizzazioni giornalistiche di partecipare alla conferenza stampa,

tra cui Reuters e Bloomberg

.

Il prezzo del petrolio è salito fino al 3,4% durante la notte, raggiungendo un massimo di 78,73 dollari al barile. Ma nonostante i migliori sforzi dell'OPEC+, vale ancora circa la metà di quanto valeva nel marzo 2022, dopo l'invasione dell'Ucraina da parte della Russia.

4/OSSERVARE L'INTERVENTO

Lo yen è sceso di oltre il 5% dall'inizio di marzo ai minimi di sei mesi contro un dollaro resistente.

Ciò è sufficiente a rendere inquieti i funzionari giapponesi, con il diplomatico di punta Masato Kanda che ha avvertito che il Giappone osserverà attentamente i movimenti della valuta e non escluderà alcuna opzione.

L'intervento valutario è visto come una prospettiva lontana, ma i trader probabilmente presteranno attenzione ai commenti dei politici nei prossimi giorni, dopo che i funzionari del Ministero delle Finanze, della BOJ e dell'autorità di vigilanza finanziaria giapponese si sono incontrati martedì. Tali incontri possono essere un preludio a ulteriori azioni.

E non sono solo i trader giapponesi a tenere d'occhio gli interventi. La corona svedese è al minimo rispetto al dollaro e all'euro da oltre un decennio, il che contribuisce alle pressioni inflazionistiche. Una valuta debole è un problema, ma l'intervento sarebbe l'ultima risorsa, afferma il Vice Governatore della banca centrale Per Jansson.

Tale determinazione potrebbe essere messa alla prova.

5/RBA PORTA IL DOLORE

La Reserve Bank of Australia afferma che la lotta all'inflazione è lungi dall'essere vinta e che il pubblico dovrebbe prepararsi ad un ulteriore dolore.

Questo potrebbe accadere già nella prossima riunione di martedì, con i mercati che prevedono circa il 30% di probabilità di un rialzo.

L'economia aveva mostrato segni di raffreddamento fino a questa settimana, quando una lettura dei prezzi al consumo è balzata molto più delle previsioni per il mese di aprile, mandando le azioni a un minimo di due mesi.

I tassi sono già ai massimi da 11 anni, dopo il rialzo a sorpresa del mese scorso, che il governatore della RBA Philip Lowe ha giustificato dicendo di voler inviare un messaggio chiaro alle famiglie e alle imprese: la banca centrale farà tutto il necessario.

I responsabili politici devono tenere d'occhio anche il principale partner commerciale, la Cina, dove la ripresa post-pandemia rischia di erodere le esportazioni australiane di minerali ed energia.