ROMA (MF-DJ)--Nel giorno in cui è stato eletto il nuovo presidente della Camera, il leghista Lorenzo Fontana, dopo quello del Senato, Ignazio La Russa di Fratelli d'Italia, a delineare un avvio di nuovo governo italiano, la premier inglese Lizz Truss invece ha congedato il ministro delle Finanze, Kwasi Kwarteng, che ha quasi fatto fallire il sistema pensionistico del Regno Unito. E le borse venerdì 14 ottobre sono salite: il Ftse Mib di oltre il 2% (poi ha ritracciato in parte) nonostante la crisi energetica, il rialzo dei tassi e l'inflazione cattiva. Intanto, scrive MF-Milano Finanza, l'avvio delle trimestrali Usa non non è stato brillante per Blackrock, Citigroup, Morgan Stanley e Wells Fargo (è andata meglio per JpMorgan che ha battuto le attese sugli utili). E Wall Street ha virato in deciso ribasso, con il Nasdaq in perdita del 2% circa in serata.

Il p/e europeo cade ai livelli del 2012. Proprio venerdì è emerso che il rapporto fra prezzo e utili atteso entro 12 mesi dell'indice Eurostoxx 600 nel frattempo è sceso ai livelli del 2012, dieci anni fa, per paura di una forte recessione in arrivo. Quella che è appena stata annunciata dal Fondo Monetario Internazionale per il 2023 e che ha spinto l'Esma, l'organismo dell'Unione Europea che dal 2011 ha il compito di sorvegliare il mercato finanziario, ad avvertire le banche europee ad agire con grande cautela sulla distribuzione di utile sul fronte dei dividendi e dei buyback. Il rapporto p/e dello Eurostoxx 600 (a 12 mesi) è sceso nel frattempo al livello di 10,5 volte circa, sotto la media ventennale attorno a 13,5, tornando dove si trovava all'epoca della crisi del debito italiano. Ecco una delle ragioni per cui, secondo gli analisti di Bloomberg Intelligence Unit, i mercati hanno ripreso a rimbalzare, seppur tra tanta volatilità. Da notare che il p/e atteso sul Ftse Mib al 2023 è di 7,22 volte, decisamente più ridotto. I multipli sono bassi, depressi, stanno scontando un 2023 di magra. Forse troppo? In tal caso sarebbe il caso di rientrare pian piano nell'azionario, con piccoli acquisti per mediare sul prezzo dei titoli nel caso dovesse scendere ancora?

Che cosa raccontano i mercati. A svettare in classifica, solitaria, è Ferrari, con un rapporto prezzo/utili atteso al 2023 da parte degli analisti monitorati da Bloomberg di 31 volte. Si colloca in ottima posizione anche Campari con un p/e al 2023 di 25 volte. Per contro, sul fronte opposto, Stellantis si posiziona a 2,8 volte scontando le difficoltà del settore automotive con il rialzo delle materie prime e le interruzioni della catena di approvvigionamento. A seguire Eni (4,36) nonostante il buon dividendo e il prezzo sempre alto del petrolio. Unipol si colloca a 4,5 volte, Leonardo a 4,94 volte, malgrado la Difesa sia uno degli ambiti favoriti in questo periodo con la guerra russo-ucraina. Sul fronte finanziario, Unicredit scambia a 5,49 volte il rapporto p/e atteso al 2023, Banco Bpm a 5,89 volte, Intesa Sanpaolo a 6,27 volte, Azimut a 5,65 volte, Poste Italiane a 6,13 volte.

Acquisti con cautela. "L'indice p/e Eurostoxx 600 a 12 mesi è ancora sopra 10, un livello economico, ma se scendesse sotto la doppia cifra sarebbe meglio per effettuare acquisti e non è detto che non succeda. Certo, il Ftse Mib scambia a un rapporto più contenuto, però lo ha sempre fatto, scontando gli storici handicap del Paese", interviene Lorenzo Batacchi, portfolio manager di Bper Banca e membro Assiom Forex. La cautela dell'esperto viene spiegata con l'incognita "su quale recessione ci dobbiamo aspettare: solo in quel momento potremo capire se il mercato ha veramente scontato troppo ed è arrivato il momento di rivedere i multipli dei titoli", aggiunge. La situazione è molto volatile: "cerchiamo di capire prima come reagiranno imprese e famiglie al caro bollette e all'inverno", riprende Batacchi, che ricorda come il mercato continui a "navigare a vista. In Europa il settore petrolifero è da tenere in portafoglio e anche quello bancario pare interessante a questi livelli".

Assicurazioni e rinnovabili in portafoglio. Anche Fabio Caldato, partner di Olympia Wealth Management, resta positivo sui mercati, con le precauzioni del caso. "La nostra view sui multipli delle azioni europee è certamente costruttiva nel suo complesso: chi compra oggi, con un orizzonte temporale di medio termine, dovrebbe ritrovarsi con un lauto guadagno", spiega il gestore dal suo ufficio di Londra. "Siamo, però, estremamente convinti che, mai come oggi, sia doverosa una attenta selezione dei titoli, almeno in ottica settoriale. L'approccio top down, se non sofisticato, potrebbe non premiare, come invece ha fatto negli ultimi dieci anni (quelli caratterizzati dal Quantitative Easing delle banche centrali, ndr)". Con queste premesse, Caldato resta "prudente sugli industriali, tra i quali esistono nomi di grande qualità, su cui punteremo quando vi sarà maggior visibilità, e sulla tecnologia". Il gestore, invece, sta "accumulando il comparto assicurativo, incluso il titolo Generali, con una preferenza per il settore riassicurativo grazie a nomi internazionali quali Munich RE e Hannover RE, oltre ai consumi di base con Unilever2. Una scommessa un po' più rischiosa in termini di volatilità potrebbe essere quella di inserire in portafoglio "le rinnovabili, settore in forte ristrutturazione dopo le fasi passate", avverte Caldato.

Pictet orientata sulle obbligazioni. Il mercato si muove sull'inflazione e sulle mosse della Fed, ricorda Fabrizio Santin, Senior Investment Manager di Pictet Asset Management, "molto più che su quelle della Bce. La correlazione storica dice che quando ci sono tre trimestri così negativi con valutazioni basse, il quarto potrebbe portare un miglioramento". Certo, molto dipenderà dall'inflazione, su cui si fondano le decisioni della Banca centrale americana, e dalla "stagione degli utili, che finora sono stati resilienti. Abbiamo assistito a una revisione in negativo per via della riduzione della domanda e dei colli di bottiglia, soprattutto sul settore energetico". Pictet, pur con tutte le difficoltà, vede "un miglioramento complessivo dell'inflazione e quindi siamo tornati a comprare, nel settore obbligazionario, duration, soprattutto sulla parte lunga della curva Usa". Sull'azionario, invece, spiega Santin, "cerchiamo di tenere un posizionamento equilibrato, con un po' più di rischio sugli Stati Uniti e praticamente nullo in Europa. Non abbiamo più neanche tanti dollari, che abbiamo sostituito con la duration", avverte il gestore.

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1708:46 ott 2022


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October 17, 2022 02:47 ET (06:47 GMT)