ROMA (MF-DJ)--Le borse restano sull'ottovolante, in preda all'ultimo dato su inflazione e tassi. Alternano rally improvvisi, sulla scorta delle buone trimestrali Usa, a rapidi scivoloni. In Italia il partito vincitore delle elezioni, FdI, venerdì 21 ha espresso la prima donna premier, Giorgia Meloni, che i mercati hanno cominciato ad apprezzare anche sul fronte di uno spread in calo. Un fatto che potrebbe sostenere banche e assicurazioni, ricche di Btp in portafoglio. Intanto Piazza Affari entra nella settimana in cui inizia il test dei conti societari del terzo trimestre. Banca Akros ha elaborato per MF-Milano Finanza due tabelle, una del Ftse Mib (in pagina), l'altra dello Star (entrambe si trovano nella versione online dell'articolo), che elencano titoli, giudizio, prezzo obiettivo e percentuale di possibile rialzo. Vi sono 22 titoli buy (da comprare) nel paniere del Ftse Mib e 26 nello Star. In alcuni casi l'upside potenziale è a tre cifre: 153% per Enel, 104% per Leonardo, 117% per Saipem, 111% nel caso di Telecom Italia. Prime all'appello saranno Unicredit, Italgas, Moncler, Saipem, Campari, Diasorin, Eni, Mediobanca e StM. Ma come dovrebbero andare le trimestrali italiane?

Auto e Difesa. "Ci aspettiamo buoni risultati dall'automotive grazie a un rimbalzo annuale di circa il 25% sul fronte della produzione, al quale si aggiunge l'effetto cambi, con una crescita combinata delle due voci del 30-40%", osserva Gabriele Gambarova, responsabile Equity Research di Banca Akros. "Il settore deve ancora recuperare i volumi pre-Covid, siamo indietro del 30%, ma il forte aumento dei prezzi delle nuove auto potrà pesare su un'ulteriore ripresa delle vendite". Le vetture cinesi, che hanno prezzi più bassi, potranno aumentare la competizione nel Vecchio continente nel medio-termine, aggiunge Gambarova, "mentre l'amministrazione Usa adotterà verosimilmente un atteggiamento più rigido in tema di import a tutela del mercato domestico, come si può osservare in molteplici altri settori". Quanto ai titoli della Difesa, in Italia, così come gli industriali, "dovrebbero essere andati bene. Sarà importante vedere se le società alzano le guidance (stime dei conti a fine anno, ndr). E' plausibile però che, nonostante lo scenario favorevole, mantengano un atteggiamento di cautela, considerato che è in atto il cambio al governo". Resta sullo sfondo il difficile tema della crisi energetica. "I danni inferti a Nord Stream 1 e 2 sono rilevanti: avevano una capacità combinata di 110 miliardi di mc di gas su circa 155 miliardi importati in Europa dalla Russia nel 2021. E in Francia 27 centrali nucleari su 56 rimangono chiuse per problemi di corrosione e relativa manutenzione. A questo si aggiungono gli scioperi", avverte l'analista. L'accordo sul tetto al prezzo del gas in Ue appena raggiunto, conclude, "è un buon segnale, ma appare ancora vago e controverso".

Bene banche ed energia, occhio alle utility. Alberto Villa, responsabile della ricerca azionaria di Intermonte, si aspetta "trend positivi nel settore del lusso e nell'energetico grazie ai prezzi sostenuti del petrolio e alti margini di raffinazione e nel campo dei finanziari che beneficiano del rialzo dei tassi per il margine di interesse". Le attese sono invece "incerte nei settori esposti a consumi meno voluttuari e di massa, mentre per il comparto industriale vanno soppesate le indicazioni dall'auto, sia produttori che componentistica». Villa si attende che tech e digitale riportino buoni risultati e indicazioni rassicuranti. "Le utility rimangono un punto interrogativo vista la situazione di estrema volatilità dei prezzi del gas e l'attenzione sarà maggiormente rivolta all'andamento del circolante nel trimestre e prospettico più che ai profitti trimestrali", avverte l'analista. Il posizionamento degli investitori "è molto cauto e questo potrebbe sostenere un recupero dei titoli con risultati trimestrali confortanti come successo in estate con le semestrali. Va tuttavia ricordato che la politica monetaria delle principali banche centrali rimane restrittiva, è difficile possa materializzarsi nel breve un'inversione di tendenza del mercato". Anche Antonio Amendola, gestore del fondo AcomeA PMItalia Esg di AcomeA sgr, punta su energia e banche: "Grazie agli effetti positivi del rialzo dei tassi l'attività tradizionale degli istituti torna avere senso, chiaramente bisogna tener d'occhio gli accantonamenti e le previsioni dei manager". Oggi le banche trattano "a livelli del 2011 ma hanno npl in linea con la media europea e una posizione di capitale molto più solida e ora, rispetto a dieci anni fa, i tassi salgono e il business degli istituti ha senso", sottolinea Amendola.

Quanto alle utility, "sono scese molto, resta incertezza sul fronte delle tasse per gli extra profitti e la protezione dal margin call, meglio guardare al settore delle rinnovabili". Il mercato ora si aspetta un fisiologico taglio delle stime, "a quel punto, dopo un bagno di realtà, i titoli possono riprendere a salire ed è quello che si aspettano gli investitori. Vi sono titoli che sono andati a mio avviso oltre il taglio atteso dalle stime, soprattutto nel settore mid e small cap, dove i prezzi sono scesi molto a causa della scarsa liquidità", spiega il gestore. Basti pensare che da inizio anno il Ftse Mib ha perso il 22%, ma lo Star dei titoli industriali il 34%. «Ora è tempo di tornare a comprare quei titoli in maniera graduale", conclude Amendola.

Lusso, materie prime e picco dell'inflazione. "I finanziari potrebbero uscire in maniera positiva dalle trimestrali grazie al rialzo dei tassi, gli industriali potrebbero far fatica per la crisi energetica, ma il lusso dovrebbe andar bene, anche molto bene", commenta Lorenzo Batacchi, portfolio manager di Bper Banca e membro Assiom Forex. La domanda sottostante dei mercati è se l'inflazione ha già toccato il suo picco. Vi sono alcuni indicatori interessanti in questo senso. Infatti le materie prime, espresse nel Bloomberg Commodity Index Total Return, scendono da settimane, dal top di giugno a 295 l'indice ora si trova a 241, un calo del 18% (un anno fa era a 220). Il Baltic Dry Index, invece, che monitora i costi del trasporto marittimo e dei noli nelle più importanti rotte mondiali, è in calo da mesi, in questi giorni si trova a quota 1.871 dal picco di maggio di 3.344, mentre un anno fa era 4.700. E l'indice Ism Service Pmi Report Price Paid, il cui movimento è spesso correlato all'inflazione Cpi, da quota 85 circa di aprile è tornato a 68,70». Batacchi ritiene che «siamo arrivati ad un picco inflattivo, il problema è che il mercato sconta due grandi rialzi dei tassi negli Usa, lo 0,75% a novembre e un altro 0,75% a dicembre. Dal 2023 potrebbe cambiare qualcosa. Ecco perché, nonostante il calo delle materie prime, adotterei una tattica fatta di cautela", conclude l'esperto.

Attenzione al debito. Fabio Caldato, partner di Olympia Wealth Management, non si aspetta "sorprese eclatanti dalle trimestrali in arrivo, ma prevediamo comunicati che esprimano preoccupazione o poca visibilità di breve termine, in particolare dal manifatturiero". Il gestore si sta convincendo che sia importante "analizzare il profilo debitorio di un'azienda soprattutto nelle scadenze temporali. Solo bilanci solidi ci tutelano da possibili perdite". Partendo da questo presupposto, Caldato consiglia di investire in società "meno esposte al ciclo economico o alla dinamica inflattiva e dei tassi. Sul mercato italiano le preferite sono Bff Bank e Assicurazioni Generali".

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2408:18 ott 2022


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