ROMA (MF-DJ)--Il comparto energetico è stato quello che ha catalizzato più di tutti l'attenzione nel 2022. Non solo per le vicende legate allo shock innescato dall'attacco russo all'Ucraina, ma anche per alcune importanti operazioni straordinarie che hanno animato il comparto, ridisegnando in alcuni casi faccia e sorti di grandi gruppi.

Si pensi al closing per l'acquisizione di Falck Renewables (con successivo delisting) da parte di Iif, fondo gestito da Jp Morgan AM per un enterprise value di circa 3 miliardi, così come l'ingresso dell'australiana Ifm Investor in San Quirico, la holding della famiglia Garrone che controlla Erg, con una quota del 35%. In generale, in un mondo che spinge sul green le rinnovabili sono state il grande traino per le operazioni di m&a: dall'acquisizione da parte di A2A dei 352 Mw eolici e fotoltaici da Ardian per 452 milioni di euro, fino ai dossier dicembrini di Plt Energia (acquistata da Plenitude) e Sistema Rinnovabili (aggiudicata a Cva).

Anche i dati confermano quanto già è possibile intuire. Secondo l'ultimo rapporto di Kpmg, nel 2022 in Italia sono state concluse 1.184 operazioni per un controvalore di 80 miliardi di euro, di cui ben il 15% è stato generato dal comparto energetico e dalle utility (dietro solo a infrastrutture e servizi finanziari). Un trend destinato a proseguire anche nel 2023, nonostante il parziale attendismo da parte degli attori in campo sull'evoluzione degli scenari (prezzi dell'energia, costo del debito, regolamentazione e fiscalità).

Sulle rinnovabili si continuerà ad assistere a operazioni, seppur di scala inferiore rispetto al 2022, anche con i fondi che negli anni passati hanno investito sulla generazione rinnovabile e che ora decideranno di vendere pipeline o asset operativi. Ma sono attese anche operazioni nel comparto gas fino al settore oil, in particolare nel downstream.

Il principale dossier del 2023 potrebbe essere Edison. In agosto, MF-Milano Finanza ha rivelato della possibilità che Edf possa avviare la valorizzazione del gruppo di Foro Buonaparte, una volta terminata la nazionalizzazione da parte del governo francese. I tempi quindi non potrebbero maturare fino a marzo 2023, ma da Edison smentiscono fermamente qualsiasi ipotesi di vendita da parte dell'azionista francese. Negli scorsi giorni, spinto da articoli stampa che hanno ricapitolato l'interesse di alcuni soggetti alla partita, il ceo Nicola Monti ha ribadito come al momento la vendita di Edison non sia un tema. A dire il vero, la possibilità che Edf, nonostante la necessità di finanziare i piani nucleari in Francia, decida di mantenere la proprietà del gruppo italiano è sensata. A quel punto, però, secondo quanto ha potuto apprendere MF-Milano Finanza, Edf potrebbe decidere di avviare ufficialmente la vendita degli asset relativi allo stoccaggio del gas di Edison. Riflessioni sul dossier sono in corso da tempo e il 2023 potrebbe così essere l'anno giusto per darvi seguito.

Restando in tema gas, l'altra protagonista sarà Iren con l'apertura del capitale (in minoranza) a un partner finanziario delle attività di distribuzione del gas, che verrebbero fatte confluire in una newco e quindi separate da quelle dell'elettricità e del teleriscaldamento. A breve verrà ufficializzata la nomina dell'advisor finanziario che assisterà la multiutility guidata dal ceo Gianni Vittorio Armani, ma nonostante l'asta non sia ancora partita iniziano già a circolare possibili valutazioni (si parla di enterprise value tra 700 e 800 milioni) così come i primi nomi di player interessati: a quanto si apprende Axa e il fondo Arjun.

Rimanendo nell'ambito delle multiutility quotate, A2A continuerà a giocare più partite. Da un lato resta alla finestra sul campo Edison, dall'altro continuerà a proseguire nel percorso di crescita sulle rinnovabili, così come a perorare la missione di multiutility dei territori. Su quest'ultimo filone potrebbero esservi degli sviluppi in Lombardia, sponda pavese, e in particolare con la possibilità di acquistare il 55% di Asm Holding Vigevano per circa 18 milioni di euro.

Un altro fronte aperto è in Trentino. Come rivelato da questo giornale il 23 dicembre, il fondo australiano Macquarie ha deciso di valorizzare la propria partecipazione in Hydro Dolomiti Energia (Hde), la controllata dell'idroelettrico della multiutility trentina Dolomiti Energia (60%) proprietaria di un parco di centrali idroelettriche con una potenza installata di oltre 1,3 Gw.

In particolare, Macquarie ha affidato un mandato all'advisor Rothschild per preparare la vendita della quota del 40% detenuta in Hde, che stando a primissime valutazioni si aggirerebbe intorno a 450 milioni.

Restano accesi i riflettori anche su F2i e sul progetto di costruire il nuovo gruppo energetico, valutato 12 miliardi, in cui confluiranno le partecipazioni detenute in Ef Solare, Sorgenia, 2i Rete Gas e Ital Gas Storage. Uno dei passaggi vagliati nei mesi scorsi ha riguardato la conversione delle quote di minoranza detenute dagli altri azionisti nelle controllate: lo spagnolo Asterion (azionista Sorgenia), Crédit Agricole Assurances (Ef Solare), i fondi Ardian e Apg (partner in 2i Rete Gas). Il dossier ha richiesto più tempo del previsto, ma gli advisor Banca Imi, Bnp Paribas, Mediobanca e Cleary Gottlieb stanno continuando a lavorare alacremente e novità sono previste a breve.

Infine le vicende sulle partecipate statali Enel, Eni, Ansaldo Energia e Snam. Enel, è noto, sta portando avanti il piano di dismissioni da 21 miliardi. Come riportato il 3 gennaio, il gruppo sta accelerando l'uscita dall'Argentina procedendo a tappe: si parte dalla controllata Edesur; parallelamente ci sarà la vendita della centrale di Enel Generación Costanera. Il tutto mentre prosegue l'addio al Perù. Nel frattempo, come rivelato da questo giornale il 15 dicembre, sarebbe in trattative esclusive con NextEnergy Capital per vendere per 250 milioni il 50% di 3Sun Gigafactory, la fabbrica di pannelli solari che Enel ha realizzato a Catania. Quanto a Eni, oltre la creazione della nuova società sul biometano e mobilità, si capirà che ne sarà di Plenitude. Il gruppo delle rinnovabili è in attesa di riprendere il processo di quotazione a Piazza Affari ma non è esclusa anche la possibile cessione di una minoranza a un investitore finanziario, per poi comunque approdare in Borsa. Nei prossimi giorni partirà poi l'aumento di capitale di Ansaldo Energia, mentre nel 2023 (se dovesse riassorbirsi la crisi del gas) potrebbe anche ripartire la vendita di una quota di Stogit da parte di Snam

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0908:38 gen 2023


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January 09, 2023 02:39 ET (07:39 GMT)