ROMA (awp/ats/ans) - L'aumento del prezzo del petrolio, dovuto alle sanzioni imposte alla Russia, potrebbe causare anche effetti a catena sul mercato alimentare. Ad affermarlo è uno studio della Bis (Banca dei regolamenti internazionali). Mosca è infatti uno dei pochi Paesi ad avere una produzione giornaliera superiore ai 10 milioni di barili. La metà è esportata e rappresenta il 10% del totale delle esportazioni mondiali di greggio.

Proprio la difficoltà nel sostituire forniture russe, affermano gli analisti, causerà "un aumento ampio e persistente dei prezzi" dei prodotti petroliferi, con ricadute indirette sull'agricoltura e sul mercato alimentare.

Per mitigare i costi del diesel, i miscelatori saranno infatti incentivati a ricorrere ai biocarburanti. Semi oleosi e mais, necessari alla produzione di bioetanolo, sono però utilizzati anche per gli allevamenti di bestiame. La crescita generale della domanda farà aumentare quindi i prezzi anche sul mercato alimentare.

Tali condizioni, unite all'inflazione del gas naturale, avranno conseguenze pesanti su "tutte le attività e, in particolare, sulla produzione industriale".