MILANO (MF-DJ)--Dieci fari in un deserto di oltre 2.500 imprese. Se il

2020 è stato l'anno più duro per i bilanci della stragrande maggioranza

delle aziende italiane, pochissime realtà sono riuscite ad andare in

decisa controtendenza, meritandosi il titolo di imprese manifatturiere più

dinamiche da parte dell'Area Studi di Mediobanca, che proprio a loro ha

dedicato una parte della 56esima edizione dello studio sulle principali

società italiane.

I requisiti per l'accesso nel ranking erano: incremento delle vendite

2020 pari almeno al 20% rispetto al 2019, variazione media annua nel

triennio 2017-19 non al di sotto del 5% e incidenza del risultato sul

fatturato 2020 non inferiore al 4%. Ebbene, solo 10 realtà hanno risposto

ai requisiti. Il primo nome è quello di Diasorin, che ha saputo

beneficiare del business della diagnostica innescato dalla pandemia. Segue

un'altra realtà illustre del pharma, Stevanato Group, approdato da pochi

mesi a Wall Street.

E sempre nel campo dell'healthcare, il report segnala un terzo nome

approdato nel 2020 a Piazza Affari, Gvs. Due le non quotate tra le aziende

medio-grandi: la mantovana Copan Italia, divenuta famosa nell'anno

pandemico come produttrice di tamponi, e la Pietro Fiorentini, che

fornisce soluzioni integrate per l'energia e il gas e ha ricevuto di

recente un finanziamento da Intesa Sanpaolo per gli obiettivi Esg.

Cinque anche le medie imprese in graduatoria: Monge, che ha sfruttato il

trend della pet economy, Macron, leader nella produzione di abbigliamento

tecnico sportivo, Fratelli Ferro-Semolerie Molisane (produttrice di

pasta), Cappellotto (veicoli industriali per pulizia idrodinamica) e

Labomar. Sbarcata a Piazza Affari nell'ottobre 2020, quest'ultima realtà

si occupa di integratori alimentari.

Per quanto riguarda poi i giganti italiani nel mondo, leader per

fatturato si sono confermati i gruppi energetico-petroliferi a controllo

pubblico: Enel (62,6 miliardi), Eni (44) e Gse (26,3). Quarta e quinta

posizione per Fca Italy e Telecom. Nella classifica top 20, dieci società

sono a controllo pubblico, cinque private e cinque di proprietà estera.

Entrano nella graduatoria delle migliori 20 Italpreziosi (6,9 miliardi),

Eurospin Italia (6,3), Fincantieri (5,8) e Lidl Italia (5,5). Nonostante

la crisi pandemica, circa il 30% delle aziende in graduatoria ha

realizzato nel 2020 un incremento di fatturato: spiccano in particolare le

realtà legate ai settori alimentare, gdo, pharma e informatico.

Avvicendamento al vertice infine nel settore finanziario: Intesa

Sanpaolo ha superato Unicredit per totale attivo tangibile, arrivando a

994,3 miliardi contro i 929,3 di Gae Aulenti. A seguire, con ampio scarto,

Cdp (410,3) e Banco Bpm (182,5). Generali resta leader indiscussa del

comparto assicurativo: 67,4 miliardi di premi lordi contro i 16,9 di Poste

Vita e gli 11,9 di Unipol Group.

Secondo l'Area Studi di Mediobanca, dopo la battuta d'arresto dovuta

alla pandemia da Covid-19 nel 2020, l'economia mondiale è stimata in

ripresa del 5,9% nel 2021 e del 4,9% nel 2022. In questo scenario il Pil

italiano crescerebbe piú della media dell'area euro: +5,8% nel 2021 (+0,9

punti percentuali in piú rispetto alle stime di luglio) e +4,2% nel 2022.

Così, se nel 2020 l'insieme delle imprese industriali e di servizi ha

consuntivato un calo del fatturato pari all'11,7%, per il 2021 l'Area

Studi Mediobanca prevede un incremento dell'8% circa e un ulteriore +6,5%

nel 2022.

fch

(END) Dow Jones Newswires

November 03, 2021 13:04 ET (17:04 GMT)