ROMA (MF-DJ)--Una dopo l'altra le societá fornitrici di elettricitá e

gas sul mercato libero (80% del mercato) stanno cadendo sotto la lente

dell'Antitrust. Dopo Iren, Iberdrola, E.ON e Dolomiti, l'Autoritá ha

avviato istruttorie e adottato provvedimenti cautelari anche nei confronti di Enel, Eni, Hera, A2A, Edison, Acea ed Engie. Il motivo è sempre lo stesso: presunte modifiche unilaterali illegittime del prezzo di fornitura.

E questo a dispetto del decreto Aiuti bis, che ha sospeso dal 10 agosto

scorso fino al 30 aprile 2023 l'efficacia sia delle clausole contrattuali

che consentono alle societá di vendita di modificare il prezzo di

fornitura sia delle relative comunicazioni di preavviso.

L'Agcm ha svolto l'attivitá preistruttoria nei confronti di 25 imprese

(A2A Energia, Acea Energia, Agsm Energia, Alleanza Luce & Gas, Alperia,

Amgas, Argos, Audax Energia, Axpo Italia, Bluenergy Group, Duferco

Energia, Edison Energia, Enegan, Enel Energia, Engie Italia, Eni

Plenitude, Enne Energia, Estra Energie, Hera Comm, Illumia, Optima Italia, Repower Italia, Sinergas, Sorgenia, Wekiwi). La metá degli operatori interessati ha rispettato la legge evitando di modificare le condizioni economiche o revocando gli aumenti illecitamente applicati. E finora 11 sono sul banco degli impuntati.

A Enel, Eni, Hera, A2A, Edison, Acea ed Engie l'Antitrust contesta la

mancata sospensione delle comunicazioni di proposta di modifica

unilaterale delle condizioni economiche e le proposte di aggiornamento o

di rinnovo dei prezzi di fornitura, di carattere peggiorativo,

giustificate sulla base della asserita scadenza delle offerte a prezzo

fisso. Ad Acea viene anche contestata l'asserita efficacia delle

comunicazioni di modifica unilaterale del prezzo di fornitura perchè

inviate prima dell'entrata in vigore del Decreto Aiuti bis (10 agosto

2022) e non "perfezionate" prima della stessa data.

Sono 7.546.963 i consumatori, i condomini e le microimprese interessati

dalle comunicazioni di variazione delle condizioni economiche, di cui

oltre 2,6 milioni avrebbero giá subito un ingiustificato aumento di

prezzo.

Le imprese, quindi, secondo le disposizioni dell'Antitrust, dovranno

sospendere l'applicazione delle nuove condizioni economiche, mantenendo o

ripristinando i prezzi praticati prima del 10 agosto 2022 e, inoltre,

dovranno comunicare all'Autoritá le misure che adotteranno al riguardo. In caso di inottemperanza, le societá rischiano una sanzione da 10.000

a 5 mln di euro e nei casi di reiterata inottemperanza l'Autoritá può

disporre anche la sospensione dell'attivitá di impresa per trenta giorni.

gug

guglielmo.valia@mfdowjones.it


(END) Dow Jones Newswires

December 13, 2022 12:02 ET (17:02 GMT)