PECHINO (Reuters) - La Cina rimane disposta a lavorare con l'Italia per migliorare i legami commerciali e di investimento, ha detto il ministero del Commercio, nonostante l'unica potenza del G7 ad aver aderito alla 'Via della Seta' stia valutando la possibilità di abbandonare il programma guidato da Pechino.

L'Italia ritiene di non aver tratto sufficienti benefici dall'accordo e ha tempo fino a dicembre per ritirarsi formalmente. Qualora non lo facesse, l'ambizioso progetto - che prevede la ricostruzione della storica Via della Seta per collegare la Cina con l'Asia, l'Europa e il resto del mondo con ingenti spese infrastrutturali - sarà automaticamente prorogato per altri cinque anni.

"La Cina è disposta a collaborare con l'Italia per continuare ad approfondire la cooperazione di mutuo vantaggio, esplorare le opportunità di potenziali scambi e investimenti... e promuovere l'ulteriore sviluppo del partenariato strategico globale Cina-Italia", ha detto He Yadong, portavoce del ministero del Commercio.

IMBARAZZO DIPLOMATICO

Il deficit commerciale dell'Italia con la Cina è cresciuto di 22,3 miliardi di euro tra il 2019 e il 2022, secondo il ministero degli Esteri italiano.

Lunedì, in occasione di un incontro a Pechino, il vice premier e ministro degli Esteri italiano Antonio Tajani ha detto al ministro degli Esteri cinese Wang Yi che la Via della Seta non ha portato i risultati sperati.

Ieri, intervenendo in Parlamento, Tajani ha detto un'intesa strategica con Pechino è per il governo italiano più importante di singoli accordi bilaterali come quello della 'Via della Seta'.

Secondo i dati raccolti dal think tank American Enterprise Institute, tra il 2014 e il 2020 la Cina ha investito in 24 progetti in Italia, per un valore complessivo di 22,27 miliardi di dollari, che dalle squadre di calcio Milan e Inter alle telecomunicazioni.

Il ritiro dell'Italia dal progetto sarebbe diplomaticamente imbarazzante per la Cina, che ha previsto di celebrare i risultati dell'iniziativa Belt and Road in un forum internazionale a Pechino in ottobre.

Finora 90 Paesi hanno confermato la propria partecipazione, ha annunciato il ministero degli Esteri cinese.

(Tradotto da Chiara Scarciglia, editing Francesca Piscioneri)