MILANO (MF-DJ)--Se in Vaticano avessero adottato i criteri di investimento approvati ieri dalla Segreteria per l'Economia - una riforma che rappresenta un cambio importante nella gestione finanziaria della Santa Sede - non ci sarebbero stati gli scandali che hanno segnato gli anni più recenti del pontificato di Francesco.

L'allora sostituto alla Segreteria di Stato, il cardinale Angelo Giovanni Becciu, per esempio, scrive MF, nel 2012 non avrebbe potuto proporre di investire 200 milioni di dollari in una piattaforma petrolifera offshore in Angola: oggi gli investimenti «nell'industria petrolifera e mineraria» sono tra quelli "che devono essere generalmente evitati», anche se «non sono esclusi", è scritto nel documento reso noto martedì e in vigore dal 1 settembre. Non sarebbe stato possibile scommettere sulla trasformazione di un palazzo di uffici in residenze di lusso a Londra, in Sloane Avenue, in quanto sono escluse le «operazioni tipiche di strategie speculative".

Non avrebbero potuto affidare 60 milioni al fondo maltese Centurion che a sua volta li ha impiegati nel finanziamento del film autobiografico di Elton John «Rocketman» o in una quota di minoranza di Giochi Preziosi, perché rientrerebbero tra «le transazioni in mercati e prodotti finanziari alternativi, privi di adeguata liquidità» e in «investimenti in prodotti finanziari che, non essendo socialmente accettabili, possono danneggiare la missione della Chiesa".

red/lab

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2008:14 lug 2022


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