ZURIGO (awp/ats/awp) - Glencore ha lanciato oggi un appello a presentare offerte per le sue quote nella miniera di nichel di Koniambo, in Nuova Caledonia, che gestisce per conto della Société minière du Sud du Pacifique. I due partner hanno concordato di smantellare il sito, che continua a essere in perdita, ha indicato la multinazionale zughese in un comunicato odierno.

Glencore detiene attualmente il 49% delle azioni della miniera di Koniambo, mentre la Société minière du Sud du Pacifique possiede una quota di maggioranza del 51%.

Glencore sottolinea di aver investito più di quattro miliardi di dollari in Koniambo da quando è stato acquisito nell'ambito della fusione con Xstrata nel 2013, senza aver mai realizzato profitti.

Il colosso minerario e del commercio di materie prime fa notare che l'assistenza offerta dal Governo francese non avrebbe permesso al sito di tornare a essere redditizio, dati gli alti costi operativi e i bassi prezzi del nichel.

Glencore si è impegnata a mantenere tutti i posti di lavoro per un periodo di sei mesi, senza pronunciarsi sul futuro della miniera.

"Ricerca di acquirenti è essenziale"

"La ricerca di acquirenti è essenziale e siamo pronti a sostenerla", ha dichiarato il ministero francese dell'Economia durante un briefing con la stampa, pochi minuti dopo l'annuncio di Glencore, secondo quanto ha riferito l'AFP.

"È imperativo che gli industriali assumano rischi economici in queste operazioni", ha ricordato il ministero dell'Economia, sottolineando il "sostegno eccezionale" già fornito alla miniera di Koniambo, per il quale "non è possibile andare oltre".

La settimana scorsa, il ministro dell'economia francese Bruno Le Maire aveva invitato Glencore ad "assumersi le proprie responsabilità" per evitare la chiusura. Aveva dichiarato di aver proposto agli azionisti dell'impianto "60 milioni di euro di sussidi sul prezzo dell'energia, 45 milioni di euro di risorse aggiuntive e un prestito di 100 milioni di euro" per garantire la continuità produttiva dell'impianto.

Alla fine di novembre, il ministro francese si era recato in Nuova Caledonia nel tentativo di concludere un "patto del nichel" con i vari responsabili caledoniani per garantire il futuro dell'industria.